La corsa del tempo. Liriche e poemi
Ma io vi prevengo che vivo | per l'ultima volta. | Né come rondine, né come acero, | né come giunco, né come stella, | né come acqua sorgiva, | né come suono di campane | turberò la gente, | e non visiterò i sogni altrui | con un gemito insaziato.
La storia dell'opera achmatoviana è quella di una poesia che innova la propria tematica originaria, che rielabora notevolmente anche i suoi mezzi espressivi (...): il culto della ragione, visto come rifiuto di ogni visione teleologica, certezza che l'unico valore etico assoluto siano l'uomo e la sua dignità. La concezione di poesia è alta, ma anche limpida e sobria. L'ironia ora disincantata ora dolorosa calata così spesso su una calda materia di affetti; l'eleganza impeccabile; la spietata economia dei mezzi verbali: Soprattutto la divisione del verso come delicato equilibrio di contrari; rapporto organico fra tessuto immaginativo e tessuto fonico che riduce al massimo la necessità della metafora e di ogni altro ornatus poetico; elemento non opposto alla prosa, ma solo ben distinto da essa.
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Anno edizione:1997
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