Cose che non si raccontano - Antonella Lattanzi - copertina
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Letteratura: Italia
Cose che non si raccontano
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Descrizione

Un libro emozionante, che riesce a parlare in modo vero, e profondamente attuale, di tutte le donne - ambiziose, indecise, testarde, libere di scegliere.

«Questo libro mi ha toccato nel profondo. La letteratura è un’arte magica, e Antonella Lattanzi ha scritto un romanzo che è una benedizione, una maledizione, una catarsi.» - Nicola Lagioia


Ci sono cose che non si raccontano perché le parole sono scogli nel mare. Ci sono cose che non si raccontano per vergogna, rabbia, troppo dolore, e perché se non le racconti, in fondo puoi sempre credere che non siano successe. Antonella e Andrea vogliono un figlio: adesso lo vogliono proprio, lo vogliono assolutamente. Ma è come se non ci fosse niente di semplice, nel desiderio più naturale del mondo: tutto ciò che può andare storto andrà storto, anche l'inimmaginabile.

Dettagli

10 giugno 2025
216 p., Brossura
9788806264963

Valutazioni e recensioni

  • ABC
    Un romanzo necessario, che brucia e cura

    Con Cose che non si raccontano, Antonella Lattanzi firma un libro intimo e potente. Il suo libro. Un’opera che nasce da un’esperienza personale dolorosa — la ricerca difficile, e per anni frustrata, di un figlio — ma che diventa molto più di un memoir. È letteratura capace di trasformare il dolore individuale in voce collettiva, politica, universale. Lattanzi scrive con una sincerità che disarma. Racconta il corpo femminile come terreno di battaglia, di desiderio e di perdita. Senza compiacimenti, senza retorica. La sua lingua è limpida e tagliente, attraversata da una tensione emotiva che non cede mai alla disperazione. Ogni pagina è necessaria, urgente, come se scrivere fosse l’unico modo possibile per rimanere in piedi, per esistere ancora. Ma Cose che non si raccontano non è solo la cronaca di un dolore. È un libro che illumina zone d’ombra del discorso pubblico, che rompe un silenzio lungo, culturale e sociale, su temi ancora oggi vissuti come tabù: la sterilità, l’aborto spontaneo, la pressione sociale sulla maternità. E lo fa con uno sguardo lucido e compassionevole, in grado di parlare a tutte e tutti, anche a chi non ha vissuto direttamente questa esperienza. Il romanzo è costruito con grande equilibrio narrativo: mescola memoria, ricordi privati e riflessioni collettive, con una scrittura che resta sempre ancorata alla verità emotiva. Ne emerge un libro che non consola, ma accompagna. Che non semplifica, ma racconta. Che non chiude, ma apre. Un’opera necessaria. Da leggere, da ascoltare, da condividere. Perché ci sono cose che non si raccontano. E che invece, oggi più che mai, vanno raccontate.

  • ABC
    Le verità che feriscono

    Nel suo romanzo più intimo e spiazzante, Antonella Lattanzi abbandona la finzione narrativa per scavare nel cuore pulsante della propria esperienza. Cose che non si raccontano è un libro che parla della maternità mancata, della perdita, del corpo femminile come campo di battaglia, ma anche della forza di raccontare l’indicibile. Lattanzi intreccia confessione e riflessione, autobiografia e indagine esistenziale, con una scrittura tesa, essenziale, mai compiaciuta. Racconta la storia di un aborto spontaneo, e lo fa con un coraggio disarmante, restituendo alla lingua letteraria una verità che troppo spesso viene relegata al silenzio. Non c'è sentimentalismo, né rivendicazione ideologica: c’è piuttosto una lucidità dolorosa, una consapevolezza che si costruisce pezzo dopo pezzo, pagina dopo pagina. Il libro non è solo il racconto di un lutto intimo, ma anche una meditazione sul tempo, sull’amore, sull’identità. Il corpo, continuamente ferito e interrogato, diventa il vero protagonista. La narrazione si muove per accumulo, con ripetizioni e variazioni che ricordano la musica d’avanguardia, restituendo il ritmo frammentato del pensiero e del ricordo. Ma ciò che colpisce davvero è la generosità con cui Lattanzi espone la propria vulnerabilità. In un’epoca in cui l’autonarrazione rischia spesso di cadere nell’esibizione, Cose che non si raccontano si distingue per pudore e precisione, trasformando la ferita in parola condivisa. Un libro necessario, che dà voce a chi troppo spesso rimane in silenzio. E che dimostra come, talvolta, le cose che non si raccontano siano proprio quelle che più abbiamo bisogno di ascoltare.

  • Giovanni Salzano
    Antonella Lattanzi scava nel dolore: Cose che non si raccontano è una diga che si rompe e travolge

    "Cose che non si raccontano" di Antonella Lattanzi (Einaudi, 2023) è un romanzo autobiografico che affronta con intensità e coraggio il tema del desiderio di maternità e del dolore che spesso lo accompagna. È il racconto di una diga interiore che si rompe, liberando non solo lacrime ma anche rabbia, vergogna, solitudine: emozioni che, per cultura, pudore o paura, si tendono a nascondere. Lattanzi abbatte quella diga con una scrittura diretta, senza filtri, conducendo il lettore nella stanza più intima della sua esperienza: la lotta estenuante per diventare madre. Antonella e Andrea desiderano un figlio, ma quello che dovrebbe essere un percorso naturale si trasforma presto in una battaglia fisica e psicologica, segnata da fallimenti, attese e dolore. Dopo due interruzioni volontarie di gravidanza a vent’anni, oggi è il corpo a non rispondere più. Inizia così un viaggio duro e medicalizzato, fatto di aghi, esami, parole che feriscono e silenzi assordanti. Il romanzo è molto più di un semplice memoir: è un atto d’amore, una testimonianza di verità, un'esplorazione spietata ma delicata del dolore. Non mancano, però, momenti di tenerezza, empatia, solidarietà: mani che si stringono nel buio, amici che restano, sogni che sopravvivono alle notti più lunghe. Con una prosa limpida e potente, Lattanzi riesce a trasformare la sua esperienza personale in una narrazione universale, capace di toccare chiunque. Non solo le donne, non solo chi ha vissuto un percorso simile, ma tutti: uomini e donne, chi cerca e chi ha perso, chi ama e chi ha dovuto lasciar andare. "Cose che non si raccontano" è una storia che resta, che scuote, che insegna a guardare in faccia il dolore senza girarsi dall’altra parte. È una ferita aperta, ma anche un gesto di resistenza. Un libro necessario, che tutti dovrebbero leggere.

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Foto di Antonella Lattanzi

Antonella Lattanzi

1979, Bari

Antonella Lattanzi è nata a Bari nel 1979. Vive a Roma. Devozione (Einaudi Stile libero, 2010) è il suo primo romanzo, seguito da Prima che tu mi tradisca (entrambi per Einaudi). Ha collaborato al programma Tv Le invasioni barbariche, mentre per il cinema ha scritto le sceneggiature di Fiore (di Claudio Giovannesi). Per Mondadori è autrice di Una storia nera (2017). Tra gli altri titoli, Questo giorno che incombe (Harper Collins, 2021), Cose che non si raccontano (Einaudi, 2023), incluso nella dozzina finalista del Premio Strega 2024.

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