Un libro che aiuta ad affrontare, e forse accettare, la morte delle persone care. Che aiuta a superare, o almeno riconoscere, il taboo della morte e della malattia, sempre più forte nella nostra società. Che aiuta ad apprezzare la vita, a riconoscerne i momenti importanti, a saperne godere appieno. L'autrice, molto coraggiosa nell'affrontare i temi della morte e malattia, lo fa da diversi punti di vista, raccontando con grazia e profondo rispetto tante storie di persone a lei care. Può servire qualche fazzoletto, ma secondo me questo è un bellissimo libro, da leggere e rileggere.
Così è la vita. Imparare a dirsi addio
I bambini fanno domande. A volte imbarazzanti, stravaganti, definitive. Vogliono sapere perché nasciamo, dove andiamo dopo la morte, perché esiste il dolore, cos'è la felicità. E gli adulti sono costretti a trovare delle risposte. È un esercizio tra la filosofia e il candore, che ci obbliga a rivedere ogni volta il nostro rassicurante sistema di valori. Perché non possiamo deluderli. Né ingannarli. Siamo stati come loro non troppo tempo fa. Dell'invecchiare, dell'essere fragili, inadeguati, perfino del morire parliamo ormai di nascosto. Ai bambini è negata l'esperienza della fine. La caducità, la sofferenza, la sconfitta sono fonte di frustrazione e di vergogna. L'estetica dell'eterna giovinezza costringe molte donne nella prigione del corpo perfetto e le inchioda dentro un presente mortifero, incapace di darci consolazione, perfino felicità. In questa intensa, sorprendentemente gioiosa inchiesta narrativa, Concita De Gregorio ci chiede di seguirla proprio in questi luoghi rimossi dal discorso contemporaneo. Funerali e malattie, insuccessi e sconfitte, se osservati e vissuti con dignità e condivisione, diventano occasioni imperdibili di crescita, di allegria, di pienezza. Perché se non c'è peggior angoscia della solitudine e del silenzio, non c'è miglior sollievo che attraversare il dolore e trasformarlo In forza.
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Autore:
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Anno edizione:2011
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VV 14 novembre 2021Un libro contro il taboo della morte
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Un piccolo libro in cui la morte è qualcosa da vivere tutti insieme, grandi e bambini, per superare la paura e dare un senso al dolore. L’autrice prende spunto dai funerali a cui ha assistito, per spiegare il bisogno dei bambini di sapere, la curiosità che la morte genera, ma soprattutto come si possa riprendere a vivere dopo la morte di una persona cara. La morte ormai è un taboo, finalmente qualcuno che faccia su di essa qualche riflessione costruttiva.
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CRISTINA ANDREOLI 04 gennaio 2012
Parlare di morte è sempre difficile, ma accettare la morte delle persone che amiamo può richiedere molto tempo. Concita De Gregorio affronta il tema della morte, del distacco e della perdita partendo da un presupposto molto interessante. Cioè, che aalla morte ci si debba preparare, che si debba avere il coraggio di parlare di morte come si parla di vita e che si può iniziare a pensare ad una vita insieme anche se fisicamente insieme non si è più. Interessante, coraggioso, come Concita sa essere. La parte più toccante del libro è proprio la prima, proprio la parte introduttiva che ci introduce alla riflessione di base: accettare la morte con serenità, come una parte naturale della nostra esistenza.
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