In "Cronosisma" il tempo si contrae su sé stesso e dal 2001 torna al 1991. Sono quindi tutti costretti a rivivere e rifare le stesse identiche cose, come se avessero inserito il "pilota automatico", privi del libero arbitrio. Protagonista o comunque tra i protagonisti, l'immancabile Kilgore Trout, che qui muore per la seconda volta e se ne dichiara una volta di più l'essenza di alter ego dello scrittore. Il testo non rappresenta un romanzo, quanto piuttosto un collage letterario, un raccolta di massime e pensieri, legate dal filo rosso della dissacrante ironia di Vonnegut.
Citazioni visionarie, memorie e satira rendono Cronosisma un'opera in bilico tra l'ironia e la malinconia.
Nel 2001 l'universo viene colpito da una crisi di autostima e decide di non espandersi più bensì di contrarsi, tornando indietro di dieci anni. Teoricamente la grande occasione che l'umanità attende da sempre: ripercorrere il passato per non commettere più gli stessi errori. Tutti però ripeteranno ogni azione, pronunceranno perfino le stesse parole e quindi sconteranno le stesse pene. E quando, passato il decennio per la seconda volta, il tempo ricomincia a muoversi, l'umanità, assuefatta a non esercitare il libero arbitrio, vivrà una crisi ancora più profonda. Toccherà a Kilgore Trout, scrittore di fantascienza e alter ego dell'autore in diversi suoi romanzi, cercare di far rinsavire la popolazione. In Cronosisma - unione di fiction e autobiografia e ideato appositamente per essere l'ultimo romanzo della sua carriera -Vonnegut propone una critica tragicomica della società contemporanea, imbrigliata in schemi preconcetti e capace, di fronte alla libertà, di reagire soltanto con il panico.Venditore:
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Anno edizione:2016
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LuigiAmendola 29 novembre 2022Pastiche letterario
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LakesMeadow 17 marzo 2022
"Libero arbitrio! Libero arbitrio! Libero arbitrio!" Non è l'ultimo romanzo di Vonnegut, perché non è un romanzo. È più un libro di aneddoti, veri e fantastici, scritto da un vecchio allegro e brontolone. "Eri malato, ma adesso stai di nuovo bene, e c'è un sacco di lavoro da fare."
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È il 2001 quando l'universo decide di contrarsi a causa di una crisi d'autostima, portando le lancette indietro di dieci anni. È la grande opportunità che l'umanità attende da sempre: rivivere il passato senza commettere errori. Ma anche davanti a questa opportunità di riutilizzare il proprio libero arbitrio, si riafferma l'impossibilità per l'uomo di essere migliore. Tutti ripeteranno le stesse azioni, pronunciarenno le stesse parole, scontando le stesse pene. La sorte dell'umanità non si può dunque cambiare, perché è la natura stessa dell'uomo che non può essere modificata. Con un romanzo a tratti autobiografico, tra ironia e malinconia, Vonnegut ci fornisce una critica tragicomica della società contemporanea, imbrigliata nei suoi desideri e vizi, incapace di usufruire della libertà, congelata nei suoi preconcetti.
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