Non manca il bersaglio neppure stavolta Gian Andrea Cerone con "La curva dell'oblio", (Guanda). È il quarto episodio sulle avventure del commissario Mandelli e dei componenti dell'UACV della questura di Milano. Le fisionomie note dei protagonisti accolgono i lettori in un'atmosfera 'rodata', pur se macabra, dati gli eventi. Lo scrittore coinvolge il pubblico in una serrata staffetta investigativa Milano-Trento (o meglio Val di Fassa), in cui due piani narrativi si intersecano con un ritmo alternato e una costruzione in 'turn over' impeccabili. Due inchieste, due differenti location. Da un lato Milano, immancabile, stratificata, un coro a più voci; dall'altro, l'affascinante e suggestiva Val di Fassa. Sulla prima scena un misterioso assassino, lo Stregone, lascia dietro di sé vittime brutalmente uccise, e come firma l'immagine di una rara rosa bianca. A occuparsene la squadra, orfana del commissario e di Casalegno, ma supervisionata dal vicequestore Santini. Mandelli e Casalegno, invece, sono costretti a una trasferta tra valli e monti trentini per riaprire un vecchio caso sulla morte sospetta del figlio di un senatore, vicino alla dipartita. I giochi politici non piacciono ai due, ma segreti e vicende del passato si incrociano con antiche leggende popolari, stuzzicando il fiuto di entrambi. Toni noir tingono la storia, richiamando l'attenzione sulla mostruosità cui può giungere l'animo umano. Un morbo che rischia di infettare anche chi combatte tali atrocità. Il doppio binario criminoso esige tempestività, interrogando i testimoni soggetti alla cosiddetta 'curva dell'oblio', il lasso di tempo in cui la memoria in un’indagine, prima di scivolare nell'obsolescenza, trattiene ancora ricordi vividi. Lo stile è vigile, incisivo. Uno strumento ben accordato per conferire la giusta ritmica al plot e donare frammenti, in cui persino l'orrore della trama cede il passo a bagliori di lirismo quotidiano. È un vero e proprio crescendo, una melodia in levare, sino all’epilogo.
La curva dell'oblio. Copia autografata
All’inizio di un gennaio milanese in cui c’è aria di neve, una segnalazione anonima porta al ritrovamento di un uomo ucciso in una mansarda in zona Lambrate: indossa una maschera da medico della peste e apparentemente è morto dissanguato; intorno al suo corpo sono appese sacche piene del suo stesso sangue. Il commissario Mandelli e l’ispettore Casalegno capiscono subito di trovarsi di fronte a un’efferatezza destinata a seminare altre vittime, e a un killer che vuole attirare l’attenzione lasciando una firma: la foto in bianco e nero di una rara specie di rosa. Tutta la squadra della UACV, l’Unità di Analisi del Crimine Violento, si attiva per seguire questa pista. Ma Mandelli è costretto a lasciare l’operatività delle indagini a Caterina Dei Cas, l’ombrosa poliziotta valtellinese fidanzata di Casalegno che è ormai al settimo mese di gravidanza. Lui e Casalegno, infatti, vengono chiamati dai superiori a occuparsi di un vecchio caso in Val di Fassa: un senatore molto potente pretende che sia fatta chiarezza sulla morte di suo figlio, avvenuta dieci anni prima e archiviata come accidentale, in un periodo in cui la valle era infestata da misteriosi delitti rituali… Le due indagini corrono parallele e Mandelli si troverà a combattere pericoli spettrali e altri fin troppo concreti, mentre cercherà di dipanare la matassa del passato liberandola dalla legge implacabile dell’oblio.
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Anno edizione:2025
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Vik 18 giugno 2025Un nuovo episodio delle indagini di Mandelli e della sua squadra
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