C'è stato un periodo della mia vita in cui ho amato il personaggio e l'artista Rettore, poi si cambia, ci si evolve e cambiano i punti di riferimento, anche musicali. Grazie a questo libro ho trovato la voce di Donatella che racconta se stessa e la propria musica con voce schietta e sincera, così come è sempre stata. Un libro scorrevole, con tante foto, da cui traspare l'amore e l'attaccamento per le proprie radici e l'amore per la musica, per l'arte e l'innovazione. Una lettura per scoprire o riscoprire un'artista che ha lasciato un'impronta indelebile nella musica italiana.
Dadauffa
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Un’autobiografia unica da leggere e rileggere tutta d’un fiato.
“È sicuro che questa vita, per come la conosciamo, finirà. Mi piace credere che la Rettore sia stata un puntino di colore nel grigio, uno spillo che ha bucato vecchie idee sottovuoto. È in un giorno qualunque, un giorno di una normalità quasi miracolosa, che ho pensato intensamente alla morte. Prima no. Ero troppo impegnata a saltare gli ostacoli. Non mi sono mai sentita meglio, per questo mi è venuta voglia di fare un’immersione nell’oceano esistenziale.” Ed è così, in questo giorno qualunque, che Donatella, Dada, Rettore, donna dalle infinite anime e incarnazioni sul palco e giù dal palco, si ritrova a pensare alla morte e quindi alla vita. Riavvolgendo il nastro dal principio, dall’infanzia castigata – con la mamma Teresita, attrice goldoniana, che rifiuta la sua passione per le canzonette e la manda in collegio dalle suore Dorotee – agli esordi con la Nuova Compagnia di Canto Popolare; dal primo Sanremo al trionfo internazionale con Lailolà; dai brani di denuncia sociale a Splendido splendente, Kobra, Lamette, canzoni e rappresentazioni che hanno costruito un immaginario inimitabile; dalle collaborazioni con Elton John, gli incontri con David Bowie e George Michael, a tutti i grandi successi che l’hanno portata a vendere quasi 30 milioni di dischi in tutto il mondo. Il modo che ha Rettore di approcciarsi al tema – alla vita e quindi alla morte – è dissacrante, beffardo, poetico, profondo, circondata com’è dagli oggetti che hanno segnato la sua esistenza e che adesso, come il bagaglio di un faraone, innescano ricordi e memorie ora felici ora più buie, ora ineludibili ora sorprendenti. Spiccano una specchiera (“ha delle macchie color ruggine, quando ti ci guardi sembri avere degli ematomi in viso, ma io ci sono affezionata perché qui si è riflesso ogni giorno il viso di mia madre”), il diario di prigionia di un commilitone del padre Sergio, un bastone da pastore, regalo di Lucio Dalla con il consiglio «Mena, ragassa!». Dada Uffa è un collage, un mosaico, un domino.
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Anno edizione:2022
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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MonicaBookshelf 25 marzo 2023Memorie agitate e sincere
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DAVIDE 25 ottobre 2022La versione di Dada
Queste memorie agitate mi hanno restituito intatto l'idolo della mia adolescenza. Il libro è scritto benissimo, sincero e sfacciato e rivela l'animo sensibile di una donna che è stata spesso fraintesa per il suo gusto dello spettacolo e le dichiarazioni provocatorie. Dada non ha paura a parlare di nulla, persino della morte e lo fa parlando di vita. Cinque stelle, ma anche di più....
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