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"Decision to leave" (2023) - Melodramma amoroso in tre atti dai risvolti thriller, in cui il detective Hae Jun viene presentato nella risoluzione di un apparente caso di suicidio di un uomo rinvenuto ai piedi di una montagna. La moglie della vittima, una giovane donna di nome Seo-rae immigrata dalla Cina, viene considerata come sospettata soprattutto per la sua atarassica imperturbabilità rispetto alla dipartita del coniuge. I dubbi circa la sua colpevolezza portano l'uomo a vivere una duplicità tra razionalità ed irrazionalità, certezza ed incertezza, amore e rimpianto, tra Busan (ridente cittadina marittima) e Ipo (nebbiosa città post-industriale) in un sottile gioco di seduzione che si instaura tra i due protagonisti. La tragedia, acuita non solo dal tema del döppelganger ma anche dall'effetto derivante dal "lost in translation", si dipana attraverso il continuo rimorso dell'uomo nei confronti della sua vita coniugale e la paura di perdere l'onore "lavorativo" che lo ha reso grande. L'incomprensione alimenta un ricorso a traduzioni digitali di ambigue frasi di Confucio e un continuo gioco di sguardi maliziosi tra i due. L'amore diventa ossessione con continui richiami a Hitchcock, in primis al celeberrimo "La finestra sul cortile", ma soprattutto al capolavoro "La donna che visse due volte". L'eroe è dunque ad un bivio: fidarsi o non fidarsi. E così, Hae Jun sceglierà come Ferguson di "proteggere" la sua lei anche se consapevole che quest'ultima potrebbe essere non solo colpevole, ma anche manipolatrice. In un continuo scambio di prospettive, anche linguistiche, si passa dal riadattare specularmente il giudizio innumerevoli volte disorientati dalle potenti immagini proiettate sullo schermo. I fili del destino, si sa, possono essere manipolati ad hoc e così i due possono reincontrarsi nuovamente. Quando le fila intessute ad arte e, a volte, complicate da Park Chan-Wook iniziano finalmente a prendere forma, ci sovviene l'eco della massima "i saggi amano l'acqua, i benevoli amano le montagne. Io non sono benevola, io amo il mare" e in quest'ottica la dissolvenza ci spiega la "decisione di andare".
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