Ho cominciato a leggere questo libro molto entusiasta e andando avanti sono rimasta un po' delusa dalla seconda metà. La scrittura non è eccezionale, oscilla fra prolissità e studiata ironia, soprattutto disturba il tornare ripetutamente su certi argomenti e immagini. Ma spinge a fare riflessioni su quel periodo di storia che abbiamo vissuto più o meno direttamente, su atteggiamenti e scelte che abbiamo condiviso e a cui molte volte non abbiamo avuto la voglia o l'onestà di ripensare seriamente. Il protagonista del libro, con ogni probabilità l'autore stesso, è un po' tutti noi.
Il desiderio di essere come tutti
I funerali di Berlinguer e la scoperta del piacere di perdere, il rapimento Moro e il tradimento del padre, il coraggio intellettuale di Parise e il primo amore che muore il giorno di San Valentino, il discorso con cui Bertinotti cancellò il governo Prodi e la resa definitiva al gene della superficialità, la vita quotidiana durante i vent'anni di Berlusconi al potere, una frase di Craxi e un racconto di Carver... Se è vero che ci mettiamo una vita intera a diventare noi stessi, quando guardiamo all'indietro la strada è ben segnalata, una scia di intuizioni, attimi, folgorazioni e sbagli: il filo dei nostri giorni. Francesco Piccolo ha scritto un libro che è insieme il romanzo della sinistra italiana e un racconto di formazione individuale e collettiva: sarà impossibile non rispecchiarsi in queste pagine (per affinità o per opposizione), rileggendo parole e cose, rivelazioni e scacchi della nostra storia personale, e ricordando a ogni pagina che tutto ci riguarda. "Un'epoca quella in cui si vive - non si respinge, si può soltanto accoglierla".
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Autore:
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Anno edizione:2013
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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VALERIA DEL NIBLETTO 04 dicembre 2017
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IRENE SALVUCCI 20 ottobre 2014
La lettura è stata piacevole, ma da un "premio Strega" mi aspettavo qualcosa di più.
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Sara Brocci 01 settembre 2014
io non ho vissuto gli anni di Berlinguer quando la sinistra era sinistra, io il prima di Berlusconi quasi non lo ricordo, sono nata nel 1983. ho sempre visto una sinistra quasi inesistente, sentito i miei coetanei che continuano a dire che si sta meglio all'estero e restano in Italia, che criticano e poi però non vanno a votare perchè tanto "i politici sono tutti uguali". ecco questo libro andrebbe fatto leggere a tutte queste persone, racconta una parte di storia italiana che tanti non conoscono o conoscono poco, porta a fare delle riflessioni importanti sullo stato della politica di oggi e sul rapporto sbagliato che abbiamo in generale verso la politica italiana, quindi per me è stato un libro utile, credo che lo farò leggere a diverse persone, per me consigliatissimo.
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