Attraverso due monologhi di pari lunghezza, Isabella Bossi Fedrigotti inscena per il lettore il più classico dei conflitti sororali: da una parte Clara, né bella né brutta, remissiva, obbediente, gravata da un senso di inferiorità nei confronti della sorella che fatica a confessare a sé stessa; dall'altra Virginia, natura vibrante e curiosa, alla perenne ricerca di un senso di identità forte, che si definisce per contrasto e differenza rispetto all'ambiente di provenienza. Come sempre, niente è ciò che sembra: torti e ragioni reciproche vivono e muoiono nell'umbratile territorio del silenzio, dei dialoghi mancati, delle occasioni perdute. Degna di nota la capacità dell'autrice di caratterizzare in modo convincente due psicologie così differenti.
Premio Campiello 1991. In un arco di tempo che spazia dalla prima guerra mondiale ai giorni nostri, il romanzo analizza il rapporto fra due sorelle, un rapporto perennemente sospeso tra odio e amore, tenerezza e violenza. Remissiva e strenua custode delle tradizioni familiari la maggiore, irrequieta e spregiudicata la minore, le due protagoniste si confrontano in una disperata ricerca di amore e di comprensione, mai soddisfatta da un mondo (quello della piccola nobiltà trentina, sospesa tra Italia e Austria) che sta subendo una troppo rapida trasformazione. Dalle due parti del romanzo si fronteggiano le due confessioni, due verità sulla stessa storia, entrambe giustificate e plausibili.
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Edizione:7
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Anno edizione:1993
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Tàina Ranci 22 novembre 2016
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Le prime pagine portano a una nostalgia ben lontana dal lettore che, con un'ottima descrizione del personaggio e del suo mondo, si ritrova catapultato nel libro. Il distacco dalla vita, dalle scelte e sì, anche dalla famiglia, di Clara fanno già comprendere la sua visione, ciò che l'ha condotta a disprezzare quello che non ha mai ottenuto. La sua parte conduce il lettore a percepire la sorella Virginia come l'antagonista del racconto, ma c'è da ricredersi. Ottimo libro. Dedurrei una morale che tende ad aprire le conversazioni laddove c'è il silenzio e l'odio verso qualcuno, un odio che porta, poi, alla solitudine.
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CLAUDIA TOSI 05 agosto 2010
Per me, è il suo libro migliore. Attendo con ansia l'uscita del suo ultimo capolavoro ( spero lo sia )
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