Il dio disarmato - Andrea Pomella - copertina
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Letteratura: Italia
Il dio disarmato
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Descrizione

L'attacco dura tre minuti, ma a saltare in aria – in quel luogo, in quel momento – è l'Italia intera. Aldo Moro viene rapito, cinque uomini massacrati, riscritto il futuro del Paese. Ecco perché dilatare quei minuti significa guardare il mondo con una lente diversa: al centro di questa storia, in un abbagliante quadro mobile, ci sono il presidente, i suoi familiari, i testimoni, i brigatisti, gli uomini della scorta; e tutt'intorno una vertigine di figure la cui ombra tocca il nostro stesso presente. E così, mentre la trappola si ripete all'infinito, quello che emerge a poco a poco nella nebbia è il grande romanzo di via Fani.

«All'inizio c'è uno stridio di gomme sull'asfalto, un urto nell'aria, il suono di un clacson, e subito dopo quello che sembra il concerto di un martello pneumatico. Lo studente alza gli occhi dal giornale e si volta nella direzione da cui proviene quel frastuono. Ciò che accade alle 9.02 del 16 marzo 1978 continua ad accadere».


Il rapimento di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse e il massacro dei cinque agenti della scorta è l'evento che ha generato la piú grave frattura emotiva, politica e sociale della storia repubblicana. L'attacco dura tre minuti. Tre minuti che, a piú di quarant'anni di distanza, continuano a essere oggetto di ricerche, ricostruzioni e speculazioni. Ma questo, va detto, non è un saggio: qui siamo nel territorio della letteratura. E ogni scrittore, si sa, manipola il tempo, può condensare dieci anni in una frase o dilatare pochi secondi e farli durare quanto vuole, se in quei secondi si nasconde una verità su cui lo sguardo continua a posarsi. Il metodo in un certo senso è quello del realismo traumatico, lo stesso che usava Andy Warhol nelle sue immagini seriali: mettere in scena e replicare per sfiorare la verità. Non la verità storica, ma quella piú sfuggente della percezione individuale e collettiva. Ecco allora alternarsi nella narrazione i testimoni oculari, i brigatisti, i politici, gli uomini della scorta, persino personaggi storici vissuti secoli prima. E l'azione, gli spari, la fuga, il congegno che scatta e che si replica all'infinito, perennemente identico a se stesso, ma che viene osservato ogni volta da una prospettiva diversa. A intersecare i fatti pubblici è il racconto privato delle ultime otto ore di vita di Aldo Moro prima del sequestro. Il dio disarmato è un romanzo senza aggettivi: storico, politico, filosofico, lirico, documentario; nessun termine riesce davvero a definirlo. È un libro che indaga nel profondo le scelte individuali e i disegni del destino, il territorio e lo spazio urbano, la sostanza del tempo, il mormorio segreto della vita di un uomo tra i piú importanti della storia d'Italia, che quando tornava a casa si toglieva di dosso l'aggettivo «politico» per cercare di essere soltanto un uomo.

Dettagli

6 settembre 2022
248 p., Rilegato
9788806251048

Valutazioni e recensioni

  •  Luigi89
    Il Moro umano e quello politico a otto ore dal suo sequestro

    Mi affascina la storia politica di quegli anni, gli intrighi, i suoi misteri: quindi, premetto che giungevo al libro, avendone letti già un paio sulla tematica, in particolare sulle dinamiche del sequestro e premetto che già sapevo fosse un romanzo "storico", se si può dire così. Si lascia leggere scorrevolmente, è ben scritto, ma storicamente non aggiunge altro, se non le coincidenze o le similitudini (inedite, va detto) coi profili che si intersecano nel racconto (Mario Fani, il padre partigiano del caposcorta, il riferimento storico con la "rabbia") ed alcune considerazioni, molto interessanti, dell'autore. Caricato "a palla" dalla casa editrice, anche in concomitanza dell'uscita del nuovo film su Moro di Bellocchio, paga lo scotto di aspettative alte. Speravo di trovare nuove cose, rispetto a quelle che già sapevo, ma la delusione per "quel qualcosa in più" sulla vicenda, è ripagata dallo spaccato umano del personaggio tracciato dall'autore. Per questo, consigliato.

Conosci l'autore

Foto di Andrea Pomella

Andrea Pomella

1973, Roma

Andrea Pomella scrive su “il Fatto Quotidiano” on line, sulle pagine culturali dell’“Unione Sarda”, su “Doppiozero” e su “minima&moralia”. Ha pubblicato vari libri d’arte, tra cui I Musei Vaticani (Editrice Musei Vaticani, 2007) e Caravaggio. Un artista per immagini, prefazione di Maurizio Calvesi (ATS Italia, 2005). Ha pubblicato inoltre i romanzi Il soldato bianco (Aracne, 2008), La misura del danno(Fernandel, 2013), Anni luce (Add, 2018), L'uomo che trema (Einaudi, 2018) e I colpevoli (Einaudi, 2020).

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