Saggio che attraverso un'attenta analisi da parte dell'autore ci induce a riflettere sul nostro passato, il quale continua purtroppo ad essere ancora il nostro presente. Mettendo in luce i soliti problemi dell'Italia e degli italiani che ci portiamo dietro incredibilmente da secoli. Libro scorrevole e letto in pochissimo tempo.
Il disagio della libertà. Perché agli italiani piace avere un padrone
Nell'ultimo secolo di storia, dal fascismo a oggi, l'Italia ha vissuto prima il Ventennio di Mussolini e poi il quasi-ventennio berlusconiano, scegliendo di farsi governare da uomini con una evidente, e dichiarata, vocazione autoritaria. Perché? Una risposta possibile è che siamo un popolo incline all'arbitrio, ma nemico della libertà: come mostra Corrado Augias in questa indagine colta e curiosa su una pericolosa debolezza del nostro carattere nazionale, con la libertà vera, faticosa, fatta di coscienza e impegno sembriamo trovarci a disagio, pronti a spogliarcene in favore di un qualunque Uomo della Provvidenza. E mentre il degrado della vita politica assume toni sempre più drammatici, Augias lancia un appello a ritrovare lealtà, orgoglio nazionale e consapevolezza di un destino comune. Perché la libertà, intesa come il rispetto e la cura dei diritti di tutti, non è un'utopia da sognare ma un traguardo verso cui tendere.
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Autore:
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Editore:
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Anno edizione:2014
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Formato:Tascabile
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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nenno93 29 ottobre 2024Consigliato
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utente_2147 11 gennaio 2022
Corrado Augias parte dal valore del principio di Libertà per dispiegare un'analisi a tutto campo sul "carattere" degli italiani. Analisi che affonda fin dalle riflessioni di Dante, Guicciardini e Machiavelli sull'egoismo nostrano più attento al proprio "particulare" che ad una più ampia visione di solidarietà sociale e di unità del paese, complice anche il potere temporale della Chiesa. Si arriva così ai nostri tempi con il prevalere del "familismo amorale" e della corruzione della classe politica, ma non solo, che vede il suo acme in Silvio Barlusconi.
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È una sorta di analisi sociologica, uno sguardo dall'alto, dal di fuori, qualcosa che serve per migliorarsi. La rivalutazione del moralismo è naturale, anni di bombardamento mediato hanno finito per farci credere che l'onestà sia sinonimo di poca scaltrezza o innocenza. È necessario riappropriarsi dei vecchi insegnamenti, quelli che predicavano il rispetto per gli anziani, non uccidere, non rubare, rispetta il prossimo. Non sono insegnamenti scaduti, sono regole di convivenza utili per vivere meglio. L'italiano ricerca la libertà come un capriccio, oppure, per dirlo alla Caparezza, "parlate di libertà come si parla di una notte brava dentro i lupanari". Non è quella di libertà che crea disagio, ma quella responsabile, spesso sconosciuta.
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