(Tokyo 1924-93) scrittore giapponese. Cresciuto in Manciuria (Mukden), si laureò in medicina a Tokyo (1948), ma si dedicò subito alla letteratura entrando in contatto con alcuni dei maggiori esponenti dell’avanguardia letteraria giapponese del dopoguerra. Autore poliedrico e dotato di eccezionale genio creativo, coltivò dapprima la poesia, poi la narrativa e il teatro. Buona parte dei suoi lavori degli anni Cinquanta è caratterizzata da un surrealismo che distorce i contorni del reale e intride di toni onirici storie ai confini dell’assurdo. A partire dagli anni Sessanta la sua prosa assume una cifra del tutto peculiare: esplorando i labirinti dell’identità ne porta alla luce le angosce, l’isolamento, l’alienazione, affidandosi a metafore e a fantasie grottesche, intrecciando i piani del conscio e dell’inconscio. Nel corso degli anni Settanta si dedicò in particolare al teatro, fondando una propria compagnia («Abe Kobo Studio», 1973-1979) ed elaborando un originale sistema di training per gli attori, all’insegna di un marcato sperimentalismo che contamina anche le opere di narrativa successive. Tra i romanzi più famosi: La donna di sabbia (1962), Il volto di un altro (1964) e La mappa bruciata (1967), dai quali il regista Teshigahara H. ha tratto dei film, L’uomo-scatola (1973), L’incontro segreto (1977), L’arca ciliegio (1984). Considerato tra i massimi esponenti della letteratura giapponese del dopoguerra, A. ha contrapposto rigore stilistico, vigore d’immaginazione onirica e tematiche socio-politiche al lirismo e all’introspezione psicologica che hanno dominato la letteratura giapponese del periodo precedente.