(Parigi 1636-1711) poeta e critico francese. Seguì dapprima la carriera del padre avvocato, ma alla morte di questi l’abbandonò per dedicarsi alla letteratura. Ebbe subito vivo successo; ascoltato dal pubblico, divenne amico dei grandi e dei letterati più in auge dell’epoca (Molière, Racine, La Fontaine); ebbe la protezione di Luigi XIV, ne ricevette una pensione nel 1669 e nel 1677 fu nominato storiografo di corte. Quando, nel 1684, entrò a far parte dell’Académie française, partecipò attivamente alla «querelle des anciens et des modernes», schierandosi dalla parte degli antichi.Le sue prime Satire (Satires) uscirono nel 1666; ne seguirono via via altre, fino a 12 in tutto. Fra le più note ricordiamo la II, dedicata a Molière, la III, Il banchetto ridicolo (Le repas ridicule), la VI, Le mille noie del vivere a Parigi (Les embarras de Paris) e la IX, dedicata Al suo spirito (A son esprit). Esse rivelarono un artista schietto e originale, indipendente nei giudizi ma pieno di rispetto per l’autorità legittima. Divertimento letterario e, insieme, pungente pittura realistica, le Satire sono un prezioso documento di vari aspetti della vita, dei costumi e della storia culturale del secolo, cui B. prese attivamente parte. Dal 1674 al 1694 uscirono le 12 Epistole (Epîtres), con le quali B. confermò le sue doti di polemista felice nella formula gnomica e nella definizione espressiva e sonora. Nel 1674 vide la luce la prima parte di un poemetto satirico in 6 canti, Il leggio (Le lutrin), la cui seconda parte fu pubblicata nel 1683. Il soggetto, trattato in chiave insieme realistica e critica, si ispira a un piccolo fatto di cronaca: la disputa petulante e meschina fra il maestro del coro e il tesoriere della Sainte-Chapelle di Parigi per decidere la posizione di un leggio nel coro della cappella.L’importanza di B. come critico e storico della letteratura si esprime pienamente nell’Arte poetica (Art poétique, 1674). Nello stesso momento in cui condivide tanta parte dei pregiudizi del suo tempo, B. vi riassume con esemplare chiarezza tutte le sue ragioni di fautore e interprete del miglior classicismo, dettandone le regole e individuandone i pregi.