L' anno della lepre

Ho apprezzato molto questo libro e la scrittura del suo autore. Gli eventi paradossali che coinvolgono il protagonista hanno come sfondo una stupenda descrizione della natura circostante, con la quale il lettore costruisce un legame immediato. Nonostante i paradossi, è un libro che fa riflettere tanto: il legame con la natura che oggi sempre più trascuriamo, l’alienante abitudine alla quotidianità da cui ci lasciamo trascinare, ma anche la capacità di adattarsi e resistere alle situazioni più difficili. Sicuramente consigliato.

Un testo nello stile tipico di Paasilinna, ma dai forti spunti riflessivi. La storia, in verità a volte un po' esagerata, sembra un semplice mezzo per dire altro, per parlarci di un mondo selvaggio, di cui la lepre diventa un talismano per il protagonista. La lepre diventa il suo vessillo che lo accompagna nelle peregrinazioni attraverso la Finlandia e nelle sue avventure stravaganti. Il protagonista abbandonando il mondo cosiddetto civile rinasce e riscopre se stesso, trovando forza e mezzi che mai avrebbe pensato di avere

Primo approccio con questo scrittore superato, mi ha davvero sorpreso. Un libro interessante, un libro-culto nei paesi nordici che ha creato un genere nuovo: il romanzo umoristico-ecologico. Non ho mai letto un libro del genere e devo dire che ha soddisfatto le mie aspettative, anche se non del tutto. Nel senso non mi aspettavo una lettura del gnere e leggerla mi ha davvero colpita. Si tratta di una storia forte, tratta da una storia vera e tutto ciò fa venire i brividi. Il libro raccolta le stravaganti peripezie del giornalista di Helsinki Vatanen che, dopo avere investito una lepre, la cerca, la cura e decide di sparire con lei nei boschi della Finlandia. Improvvisamente decide di cambiare vita, si allontana da tutti i suoi cari, per vivere come un vagabondo immerso nella natura. Tanto alla fine non aveva nulla di perdere: il suo matrimonio era in crisi da anni e il suo lavoro, benché all’inizio era bellissimo, dopo un po’ di anni era diventato monotono e quasi finto. Pensa che scappare da tutto sia la cosa giusta da fare.. ma da sé stesso non può scappare. Improvvisamente inizia un’avventura, in mezzo alle selvagge foreste del Nord, tra animali selvaggi e incendi notturni, senza fretta e senza meta, sempre accompagnato dalla sua lepre, ormai diventato “suo figlio”, unico compagno sincero e degno di stare al suo fianco. E così la sua fuga dal passato diventa un viaggio iniziatico verso la libertà, la scoperta che la vita può essere reinventata ogni momento e che, se la felicità è per natura anarchica e sovversiva, si può anche provare ad avere il coraggio di inseguirla. Un libro breve ma intenso, con una postfazione davvero toccante e bellissima. Felice di aver recuperato questo titolo, adesso vorrei recuperare altro.