Il libro della Resurrezione

La storia si svolge a Torino nel 1920, coinvolge la simpatica zitella Adriana e il vicecommissario Pietro Leone che si trovano a indagare insieme sulla scomparsa di Stefania, la mamma di un’alunna della ragazza: la parte “gialla” è poco sviluppata, ci sono pochi colpi di scena, il finale poteva avere una complessità maggiore ed è abbastanza scontato (mi è piaciuto comunque il cifrario massonico). La lettura è comunque abbastanza scorrevole, il ritmo è discreto e ci sono alcune parti più coinvolgenti. Lo stile è adeguato e le indagini s’intrecciano con le vicende personali e sentimentali dei protagonista; i personaggi sono ben caratterizzati.

Torino, 1920. Adriana Barbieri è una ragazza appartenente a una famiglia benestante di Torino, ma nonostante l’agiatezza economica, ha deciso di lavorare e, seguendo il suo desiderio, è diventata insegnante e adesso insegna privatamente ai figli degli operai della FIAT. Quando un giorno la madre di una sua alunna scompare misteriosamente, Adriana fa di tutto per trovarla e scoprire cosa le sia successo, collaborando con il vicecommissario Pietro Leone. Insieme, i due verranno a capo di una scoperta che sconvolgerà le loro vite. Prequel di “Morte all’Abazia”, in questo testo l’autrice presenta al lettore la sua protagonista, descrivendo anche il suo primo incontro con Pietro Leone. Come per il precedente testo, anche questo si presenta davvero molto rapido, ma la storia è interessante e riesce a offrire buoni spunti di riflessione, coinvolgendo comunque il lettore fino alla fine. L’epilogo appare un tantino prevedibile e molto frettoloso, e meritava più narrazione, ma nel complesso la lettura riesce comunque a scorrere.