Scene di vita quotidiana che si muovono sul sottile confine tra l'assurdo e la normalità. Quando tutto sembra regolare, si scoprono invece insospettabili meccanismi che rendono l'esistenza umana tremendamente instabile e imprevedibile. Il tutto è narrato con estrema semplicità, e anche nelle situazioni più paradossali è sempre rintracciabile un elemento di analisi realistica della contorta mente umana. E' facile riconoscersi, di volta in volta e in maniera diversa, nella complessità dei personaggi di questi racconti. Ed immancabilmente le "stranezze" che ne vengono fuori, dopo un attimo di riflessione, non ci appaiono più così tanto lontane da noi.
In un giorno d'estate soffocante, un avvocato si mette alla ricerca del suo gatto e in un giardino abbandonato dietro casa incontra una strana ragazza. Una giovane coppia decide di fare uno spuntino notturno e assalta un McDonald's per avere trenta Big Mac, realizzando cosi' un segreto desiderio adolescenziale del marito. Nel racconto che da il titolo al libro, un uomo è ossessionato dalla incredibile, misteriosa scomparsa di un elefante dallo zoo del paese. E poi ancora una curiosa digressione sui canguri, un uomo che incendia granai per il gusto di vederli bruciare e le introspezioni di una giovane madre afflitta da insonnia.
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Titolo: L'elefante scomparso e altri raccontiAutore: Murakami HarukiEditore: EinaudiData: 2011Super ET, bross. edit. ill., lievi tracce d'uso - trad. di Antonietta Pastore, BUONE CONDIZIONI
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Editore:
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Collana:
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Anno edizione:2009
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Diletta Capuano 24 settembre 2010
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ALESSANDRO TIRICO 10 agosto 2010
In questac raccolta di racconti di Haruki Murakami l'autore narra di "passaggi" fisici o mentali, utilizzando il suo consueto modo di narrare e quindi frasi tipiche ed una pletora dei suoi topoi: meticolosità nella cura del corpo (soprattutto per la pulizia delle orecchie, per le quali comunque sembra avere particolare fissazione), elefanti ricostruiti ed evanescenti, mogli che lasciano tutto e tutti senza spiegazioni ed a folgorante velocità, sigarette accese, spente e passate, gatti in grembo o scomparsi, decomposizione e decadenza, nani ballerini, incendi e fuoco, birra a fiumi, la fame insaziabile, l'imprevisto, il sogno, la musica! I protagonisti sono quasi sempre uomini, adolescenti nel fisico o nell'animo, tranne che per due racconti, e la donna è spesso passeggera e salvifica o almeno chiarificante. Uomini che non decidono ma sembrano subire il destino e la vita, in genere decretati da una donna. I racconti sono un po' più lunghi del succitato libro e questo permette di sviluppare di più le loro tematiche. Il contesto è spesso alienante, sembra che i racconti si svolgano nella nostra realtà contemporanea ma in fondo essa non lo è, qualcosa di stonato e forse un po' inquietante vi soggiace. Il racconto L'uccello-giraviti e le donne del martedì mi pare il prologo o forse il punto da cui poi si è sviluppato il romanzo quasi omonimo L'uccello che girava le viti del mondo: vi sono in esso gli stessi temi, la moglie esasperata, il gatto scomparso, pomeriggi lunghi ed assolati e perfino il giardino abbandonato con una statua di uccello che spicca il volo. E' bello anche se, naturalmente, inconcludente dal punto di vista della storia vera e propria. Watanabe Noboru Dove sarai mai? L'uccello-giraviti Non ha girato la tua vite? Il racconto Sonno mi ha lasciato addosso una grande inquietudine: il giorno prima di leggerlo ho avuto un sogno molto simile a quello della protagonista, una sorta di paralisi notturna, e quindi rivederlo lì descritto è stato più che strano. Poi vi trovo anche molto altro di personale: la passione per la lettura quasi divorante (si è risvegliato il "mostro" per colpa di aNobii ;-P), una certa mancanza di sopportazione verso la routine. Il finale è angosciante e aperto. Bello anche il racconto Silenzio che parla di apparenze e di omologazione, di forza e di maldicenza che porta all'isolamento, nonchè del percorso di crescita individuale. Quella che mi fa veramente paura, è la gente che beve come oro colato le parole dei tipi come Aoki, che ci crede incondizionatamente. Le persone che si lasciano incantare, che seguono in massa qualcuno che non produce niente, che non capisce niente, ma parla bene, in maniera persuasiva. A queste persone non passa neanche per l'anticamera del cervello che potrebbero sbagliarsi. Non riescono neanche ad immaginare che possono ferire qualcuno irreparabilmente, senza motivo. Non si assumono la minima responsabilità degli effetti della loro condotta. Sono loro, quelli di cui ho paura. Nel complesso un buon libro, anche meglio di Tutti i figli di dio danzano ma devo confessare che la forma dei racconti non soddisfa mai appieno la mia voglia di letture di ampio respiro, inoltre devo prendermi una pausa da Murakami perché sto andando in sovraccarico di letture di questo autore e non riesco più a godermelo appieno ;-) Il recentissimo Afterdark aspetterò a cercarlo, lo terrò in serbo per i momenti di bisogno di "irrealtà e sogno".
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MARIA DI PALMA 05 dicembre 2009
...ha attirato la mia attenzione, e poi ho scoperto tanti bei racconti delicati e un po poetici
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