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Capolavoro del cinema italiano, che nei suoi quasi 50 anni, non ha perso una briciola della propria comicità, attualità e qualità. Attori in stato di grazia (su cui svetta un superlativo Paolo Villaggio) sceneggiatura e gag, semplicemente geniali, condite da espressioni ormai facenti parte del lessico comune (nuvola dell'impiegato per citarne una), personaggio diventato una maschera imprescindibile ed esemplificativa per il tessuto sociale italiano, tanto da farsi anche come proverbiale espressione stante a significare, situazione ridicola, sfortunata, oltremodo penosa, FANTOZZIANA appunto. Caposaldo della commedia all'italiana. INTRAMONTABILE.
Fantozzi Ragionier Ugo, matricola 1001/bis, dell’Ufficio Sinistri! Inizia con questa pellicola la pluridecennale saga dell’impiegato più famoso, e più sfortunato d’Italia: il ragioniere che ha descritto, deriso, e forse in una certa misura anche influenzato, il destino di un’intera generazione di colletti bianchi, simbolo di un’Italia che non esiste più ma che è impossibile dimenticare. Vizi e virtù dell’Italiano medio, debole con i forti e forte con i deboli, sono descritti in modo spietato, solo a tratti bonariamente canzonatorio, in questo film del 1975, testimone innegabile di un’era e, in senso lato, del costume italico di tutti i tempi.
Fantozzi, il ragioniere nato dalla penna del genio di Paolo Villaggio, è sicuramente uno dei personaggi più amati e conosciuti dagli italiani. Cosa rende così incredibile la prima trasposizione cinematografica della serie tragicomica diretta da Salce? Personaggi fantastici e originali, scene entrate di diritto nell'immaginario collettivo italiano, battute ripetute a memoria da spettatori di ogni età e utilizzate ormai da decenni nel quotidiano, sono solo alcuni degli ingredienti di una delle più grandi commedie della storia del cinema. Una pietra miliare del cinema italiano che, con una comicità paradossale grottesca, attraverso l'uso della maschera dell'impiegato e con un pesante velo di tristezza, raccontano l'Italia succube e schiava del patronato borghese e l'ineluttabilitá del destino dell'italiano medio. "Allora ragioniere che fa, batti? -Ma, mi dà del tu? -Nono! Dicevo batti lei! -Ah congiuntivo!"
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