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Anno edizione: 2002
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La regina del giallo non delude mai, i romanzi di Agatha Christie sono sempre una piacevole lettura.
Non è sicuramente uno dei migliori libri di Agatha Christie ma è molto piacevole e scorrevole. Forse dipende dal fatto che si tratta di una serie di racconti, un genere in cui io personalmente non riesco mai a prendermi troppo. Trovo, però, geniale l'idea di partenza della Christie di far compiere a Hercule Poirot le fatiche di Ercole: ci vuole davvero fantasia per riuscire a collegarle tutte. Da un punto di vista "privato" è molto interessante l'ultima storia che ci permette di scoprire un po' il lato più nascosto dell'investigatore belga.
I nomi sono presagi, dicevano i latini. Ne è convinto anche il dottor Burton, professore ad Oxford e amante dei classici, che lamenta una certa superficialità nelle scelte dei genitori suoi contemporanei. Cos'avranno mai in comune infatti la figura di Ercole, possente eroe figlio di Zeus ed il suo amico Hercule Poirot, investigatore privato prossimo alla pensione, "un ometto di un metro e sessantacinque con una testa oblunga a forma di uovo"? Gli suggerisce quindi di confrontarsi con il suo illustre omonimo. Poirot, punto sul vivo, raccoglie il guanto di sfida, e dichiara che accetterà solo dodici casi prima di tornare a dedicarsi all'orto e alle sue zucche, dodici casi che presentino una qualche attinenza con le fatiche di Ercole. Più che di un romanzo, si tratta di una raccolta di racconti, incentrati sul parallelo tra le indagini di Poirot e i riferimenti (talvolta un po' forzati) alla mitologia greco-romana. Non si tratta di un capolavoro, ma è pur sempre di un onesto prodotto della "fabbrica di salsicce" come la Christie stessa era solita definire i propri gialli. Alcuni episodi, come quello dedicato agli uccelli stinfali, mi sono sembrati più riusciti di altri. Una nota di colore: ritorna in questo libro il personaggio di Vera Rossakof, nobildonna russa legata all'investigatore belga da un rapporto particolare...
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