La felicità del cactus

Susan, o Suze come la chiama il fratello Edward per farla incavolare, è una giovane donna di 45 anni che vive a Londra dove abita in un bell' appartamento con giardino. Il lavoro va a gonfie vele e, dal punto di vista sentimentale, non vive una storia convenzionale, ma una relazione con Richard con il quale si vede una volta alla settimana per condividere interessi comuni e per godere del tempo insieme, senza alcun impegno affettivo. Susan è abituata a tenere tutto sotto controllo, ma purtroppo la vita la porterà ad affrontare situazioni in cui mai avrebbe pensato di trovarsi. Anche lei, donna tutta d'un pezzo e refrattaria al contatto sociale, si renderà conto di quanto sia confortante poter contare su qualcuno e lasciarsi andare. La lettura è molto piacevole; il libro tratta argomenti delicati in modo non superficiale e banale e lascia un messaggio di speranza e di coraggio. Lo consiglio assolutamente!!

Questa libro mi ha proprio lasciato qualcosa! È scritto molto bene e in maniera scorrevole, la storia si sviluppa bene e segue sempre un filo logico che a volte è interrotto da un excursus a ritroso. Però si tratta di doverose parentesi per spiegare meglio la storia. Io mi sono immedesimata molto nella protagonista! Sarà che anche io sono molto abituale, con i miei schemi e la mia routine e amo molto i cactus 💚 Plot verso la fine inaspettato a mio avviso. Purtroppo mi è sembrato che la conclusione fosse troppo rapida, nel senso che mi sarebbe piaciuto avere qualche altra pagina in più. Sembra una montagna russa con un arrivo troppo brusco. Per il resto lo consiglio vivamente: non è una lettura impegnativa e fa riflettere su alcuni aspetti della personalità della protagonista che tutti noi potremmo avere

Scorrevole come lettura, ma ho trovato irritante il modo in cui Susan-il-cactus viene fatta 'fiorire' e non essendomi affezionata a nessuno dei personaggi, non ho avuto questo appiglio per sopportare il resto. Mi sono sentita distante sia dalla protagonista che dagli altri personaggi - mi è piaciuto che Susan non fosse l'essere umano ideale, ma anzi fosse spinosa, volendo portare avanti la metafora del titolo, ma mi è parso che la narrazione mi tenesse a distanza da lei. La mia parte preferita è stata la relazione nata con la vicina del piano di sopra, Kate, durante il romanzo: mi è piaciuto il modo in cui Susan abbia dovuto correggere le presupposizioni fatte su di lei e come abbia finito per apprezzare le cose che all'inizio disdegnava. La relazione con Rob, invece, non è stata affatto soddisfacente: mi è sembrato che lui facccia uno sforzo mentale consapevole per interpretare i suoi commenti (di solito nati dalle aspettative di Susan verso il prossimo, ovvero che le persone con cui ha a che fare abbiano un minimo di decenza umana e usino il cervello) come simpatiche particolarità invece che sfoghi sinceri.