"Non abbiate paura dei malvagi, ma dell'uomo onesto che s'inganna circa i mezzi di procurare il bene agli uomini". Così A. Gramsci cita ad un abate del '700, in riferimento della sua epoca, in contro a fenomeni "morbosi" che dilaniano l'Italia e il resto d'Europa. Una politica corrosa e asfittica, le classi sociali sempre meno connesse tra loro, e l'ascesa di uomini pronti a collidere il popolo per poi riunirlo a sé e alla sua unica volontà, sono temi ripresi da questo volumetto da alcuni quaderni del politico A. Gramsci, voce inudita in vita, ma che in breve tempo a rappresentato una verità taciuta e riscoperta quando ahimè troppo tardi. Un filosofo che merita anche una breve ma intensa lettura come questa, per indagare e scoprire le previsioni e i rimandi ad una società passata, ma che ancora tende a collimare alla nostra odierna. Assolutamente da leggere.
Fenomeni morbosi
In queste pagine tratte dai "Quaderni del carcere" (1929-35), Antonio Gramsci individua le cause della crisi italiana ed europea diagnosticando i mali che compromettono la salute della società a lui contemporanea e che rappresentano, con inquietante continuità, una minaccia anche per la società di oggi: lo scollamento tra élite e massa popolare, la perdita di autorità della classe dirigente, il disorientamento e la crescente sfiducia da parte dei giovani. Con sorprendente attualità il pensiero di Gramsci ci offre, come nota Donald Sassoon nella Prefazione, un metodo critico per interpretare il presente e per «cercare di inventare un futuro»: mettendo da parte il rimpianto di ciò che è stato e imparando, piuttosto, a «dominare il campo di battaglia dove vecchio e nuovo si scontrano», quell’interregno in cui pericolosamente «proliferano i “fenomeni morbosi”».
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Edizione:2
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Anno edizione:2019
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Paolo 07 marzo 2022Correttivo verso un mondo impazzito
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