Una festa in nero

Un giallo storico (non so se è la classificazione corretta ma pazienza) ben costruito. Con personaggi credibili e ben delineati. Scrittura vivace e moderna a dispetto del periodo storico in cui è ambientata la storia. Il tutto crea un contrasto gradevole. Ci sono situazioni drammatiche che vengono trattate con serietà e rispetto, ma non in maniera cupa. I dilemmi che vivono Anita, Sebastiano, Julien, Clara, Candida e Rodolfo in particolare danno profondità alla trama. Unico appunto un lieto fine un po’ telefonato e da “buoni sentimenti”. Tutto sommato piacevole.

Alice Basso conclude la saga di Anita Bo con un romanzo ricco di tensione, mistero e intensità emotiva. Il finale, inaspettato e carico di significato, non solo risolve le trame lasciate in sospeso, ma celebra il coraggio, la lealtà e la forza di una donna che ha scelto di non piegarsi. Anita, con la sua arguzia e determinazione, si conferma un personaggio indimenticabile, capace di affrontare le sfide della storia e di scrivere, in tutti i sensi, il proprio destino.

Anita non potrà mai prendere il posto, nel mio cuore, di Vani, la protagonista dell’altra saga di Alice Basso. Pero’, che piccolo gioiello questo ultimo romanzo, e quanto mi sono commossa! La cornice narrativa, secondo me, era la più debole tra quelle dei capitoli precedenti, a tratti anche un po’ surreale e poco verosimile. Non mentirò dicendo che a volte mi sono un po’ annoiata, soprattutto superata la metà della storia. Chapeau, in ogni caso, all’autrice per tutta la ricerca storica che ha fatto e per quanto si è impegnata nel rispettare la Storia, quella con la S maiuscola! Quello che non mi ha fatto desistere è lo stile fantastico di questa scrittrice: la narrazione scorre liscia, leggera, conquista il lettore, lo diverte e lo fa riflettere. Ho anche ascoltato qualche parte in audiolibro (letto dall’autrice) ed è stato meglio che vedere un film o andare a teatro! I personaggi sono ben costruiti, descritti così bene e caratterizzati al punto che sembra davvero di conoscerli tutti e, in particolare modo, è stato molto bello veder crescere Anita, attraverso gli anni e le sue avventure, soprattutto perché, fino al romanzo precedente, io non ero mai riuscita a provare per lei ne simpatia ne empatia. Il finale, però, ha dato un senso a tutto, e ha elevato questo romanzo da “semplice storiella leggera da ombrellone” a “libro storico molto interessante degno di essere preso in considerazione, con una giusta dose di leggerezza che male non fa”. Sono contenta di aver letto tutta la saga, che come dicevo non mi hai mai entusiasmata, se averla letta mi ha portata a questo epilogo.