La piccola Maria ha 5 anni. L’età dell’innocenza, della curiosità, delle scoperte, l’età dei mille perché. Maria è una bambina vispa, allegra e intelligente. È la gioia e l’orgoglio di mamma e papà. Di un papà che la adora, la vizia e le riserva delle attenzioni malate. Silvia, la mamma, è la voce narrante di questo libro, una madre fragile, ingenua, così tanto innamorata di suo marito, da non riuscire a vedere oltre e a proteggere la sua bambina dal male oscuro che le ha rubato l'infanzia. Dopo anni per Silvia arriva una nuova occasione di amare ed essere amata. Incontra Antonio, si frequentano per quasi un anno e poi lei decide di presentare il suo compagno a Maria. È la stessa Silvia che racconta le vicende che si susseguono davanti ai suoi occhi, come delle immagini irreali sullo sfondo di quella che avrebbe dovuto essere una bella giornata di primavera. Chi è quella sirena incantatrice che seduce il compagno di sua madre, intrappolata in un corpo ancora tanto acerbo, ma dallo sguardo così malizioso? Maria attira Antonio a sè con estrema naturalezza e innocenza, si prende gioco di lui sotto gli occhi di sua madre, fino a quando si stanca di lui e lo manda via, chiudendo così le porte di quel futuro che Silvia aveva tanto immaginato per sé e aprendole alla realtà del suo essere madre di una figlia “speciale”, che lei stessa ha contribuito a plasmare.
La figlia femmina
Candidato al Premio Strega 2017
Presentato da Maria Ida Gaeta e Giuseppe Leonelli.
Finalista alla XLIX edizione del Premio Vitaliano Brancati, sezione Giovani
Sensuale come una versione moderna di Lolita, ambiguo come un romanzo di Moravia, La figlia femmina è il duro e sorprendente esordio di Anna Giurickovic Dato.
«Dio almeno mi crede».
«Tutti ti crediamo».
«Tu non mi crederesti mai».
«A cosa non dovrei credere, Maria?».
«Che io sono un diavolo».
«Tu sei un angioletto, sei una bimba».
«Non è vero. Io il diavolo ce l’ho qua.
Ma non lo so chi ce l’ha messo, ci sono nata così».
Ambientato tra Rabat e Roma, il libro racconta una perturbante storia familiare, in cui il rapporto tra Giorgio e sua figlia Maria nasconde un segreto inconfessabile. A narrare tutto in prima persona è però la moglie e madre Silvia, innamorata di Giorgio e incapace di riconoscere la malattia di cui l’uomo soffre. Mentre osserviamo Maria non prendere sonno la notte, rinunciare alla scuola e alle amicizie, rivoltarsi continuamente contro la madre, crescere dentro un’atmosfera di dolore e sospetto, scopriamo man mano la sottile trama psicologica della vicenda e comprendiamo la colpevole incapacità degli adulti di difendere le fragilità e le debolezze dei propri figli. Quando, dopo la morte misteriosa di Giorgio, madre e figlia si trasferiscono a Roma, Silvia si innamora di un altro uomo, Antonio. Il pranzo organizzato dalla donna per far conoscere il nuovo compagno a sua figlia risveglierà antichi drammi. Maria è davvero innocente, è veramente la vittima del rapporto con suo padre? Allora perché prova a sedurre per tutto il pomeriggio Antonio sotto gli occhi annichiliti della madre? E la stessa Silvia era davvero ignara di quello che Giorgio imponeva a sua figlia? La figlia femmina mette in discussione ogni nostra certezza: le vittime sono al contempo carnefici, gli innocenti sono pure colpevoli. È un romanzo forte, che tiene il lettore incollato alla pagina, proprio in virtù di quell’abilità psicologica che ci rivela un’autrice tanto giovane quanto perfettamente consapevole del suo talento letterario.
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Autore:
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Editore:
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Anno edizione:2017
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Michela 03 luglio 2025Libro crudo, scritto benissimo che fa riflettere
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racquel 05 maggio 2022Controverso
E’ quel libro che ti fa pensare e ripensare per giorni. La narrazione é funzionale si divide in capitoli tra il presente ed il passato, “come si è arrivati a questo o a quello?” “Da dove ha origine?” “Perché i personaggi si comportano in questo modo ?” “Cosa si cela nel passato ?”. Il passato è funzionale per una maggiore comprensione del presente. E’ interessante perché diventa come un puzzle, man mano che si prosegue la lettura pezzo dopo pezzo riesci a scorgere “l’immagine”. Ed è quando lo concludi che non riesci a smettere di soffermarti sui dettagli. Perché la scrittrice è riuscita a rappresentare l’essere umano; ogni comportamento e azione non risulta ben delineato, perché si celano vari meccanismi per cui un personaggio si è comportato in un determinato modo piuttosto che in un’altro. Forse non comprenderemo appieno, ma dopotutto non è cosi l’essere umano? non è bianco o nero, ma vi sono migliaia di sfumature. Ogni personaggio è complesso proprio come nel mondo reale. Ti mette in discussione “la figlia femmina” è quel libro che trasforma il lettore in uno psicanalista. Perché non è soltanto una successione di eventi, ma viene rappresentata la complessità umana, per comprenderla almeno in parte bisogna avere una visione globale/totale/un quadro generale. E’ tener conto delle varie sfaccettature, non c’è una risposta “Ecco perché…” ma “Perché..?” “Perché..?” Ed è per questo che si sente il bisogno di confrontarsi con qualcun altro che lo abbia letto. La scrittrice non si schiera dalla parte di nessuno e lascia libera interpretazione.
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ILARIA PELLEGRINI FILIPPESCHI 04 dicembre 2017
Romanzo d'esordio crudo e spietato nel raccontare un quadretto familiare apparentemente perfetto, ma in realtà colmo di segreti orrendi e di ambiguità non celate. Forse la trama non è molto originale, con il suo strizzare l'occhio al classico Lolita, ma personalmente mi ha lasciato la curiosità di approfondire la scrittrice nelle sue prossime opere letterarie
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