Il libro di Roberto Calasso è stato definito da molti un'opera di mero virtuosismo, un'esercizio di stile, una "cosetta" da cui era impossibile trar nulla. Di certo molte delle nozioni esposte da Calasso sono già conosciute da chi è amante di Baudelaire, di Ingres, di Delacroix, degli impressionisti - in quanto il libro offre uno spaccato di tutti questi personaggi -, ma è in queste nozioni già conosciute che Calasso trae i suoi punti di forza: quest'opera è un saggio e una narrazione al contempo e offre finalmente dei vividi scorci visivi delle vite e delle peculiarità dei grandi artisti, privati dell'asetticità e della formalità dei libri scolastici. Quindi posso ben dire che questo libro è stato un ottimo acquisto e che molti altri dovrebbero scrivere libri sugli artisti di tale levatura in cui romanzo e saggio si intrecciano con grande maestria. Con testi come questi autori e pittori si avvicinano a noi, riusciamo a sentire i loro sentimenti come i nostri sentimenti personali e al contempo come sentimenti universali. Sui libri scolastici o su testi altamente romanzati questa "stregoneria" non avviene, nei primi per freddezza, nei secondi per banalità.
La Folie Baudelaire. Ediz. italiana
Al centro di questo libro si trova un sogno, l'unico che Baudelaire abbia raccontato. Entrare in quel sogno è immediato, uscirne difficile, se non attraversando un reticolo di storie, di rapporti e di risonanze che coinvolgono non solo Baudelaire ma ciò che lo circonda. Dove spiccano due pittori di cui Baudelaire scrisse con stupefacente acutezza: Ingres e Delacroix; e due altri che solo attraverso Baudelaire possono svelarsi: Degas e Manet. Secondo Sainte-Beuve, perfido e illuminato, Baudelaire si era costruito un "chiosco bizzarro, assai ornato, assai tormentato, civettuolo e misterioso", che chiamò "la Folie Baudelaire" (folies era il nome settecentesco di certi padiglioni dedicati all'ozio e al piacere), situandolo sulla "punta estrema del Kamcatka romantico". Ma in quel luogo desolato, in una terra ritenuta dai più inabitabile, non sarebbero mancati i visitatori. Anche i più opposti, da Rimbaud a Proust. Anzi, sarebbe diventato il crocevia inevitabile per ciò che apparve da allora sotto il nome di letteratura. Qui si racconta la storia, discontinua e frastagliata, di come "la Folie Baudelaire" venne a formarsi e di come altri si avventurassero a esplorare quelle regioni. Un storia fatta di storie che tendono a intrecciarsi, e per alcuni decenni ebbero come sfondo le stesse strade di Parigi.
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Autore:
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Anno edizione:2010
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Formato:Tascabile
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