Quando dici "grembo" la mente in automatico associa "materno", ma qui usciamo dai canoni, dallo scontato, dal prevedibile. Una famiglia come tante che ha trovato il suo riscatto economico nell'iniziativa personale, ma che nonostante ciò inconsciamente rimane legata ai gesti e ai pensieri della povertà, ai legami delle dicerie di paese, ad una Italia ingessata dai cliché della brava famiglia. Cliché che rimbombano nelle onomatopee che l'autrice usa come pietre d'inciampo a ricordarci quanto certi suoni testimoni di gesti ripetitivi e meccanici, possano diventare insopportabili e opprimenti. E poi ci sono i pregiudizi sociali, i silenzi più che le parole che creano muri invalicabili, pensieri impronunciabili, azioni ineseguibili. In questa immobilità non rimane altro che rivolgersi a se stessi, agire su se stessi, affamarsi per riempirsi per affamarsi ancora. La Gamberale narra di una delle più gravi malattie adoscenziali del nostro secolo, la bulimia. La protagonista, voce narrante, ci porta dentro di sè e ci fa guardare tutto dal suo punto di vista come se essa stessa fosse spettatrice della sua vita. Infine fa una scelta molto importante che le cambierà la vita per sempre e nel percorrerla si trova obbligatoriamente ad affrontare i fantasmi del passato, ma la lotta intrapresa anni prima non è stata vana e con non poca sofferenza, finalmente dà i suoi frutti. L'ultima parte di questo libro mi ha molto emozionato perché descrive situazioni che non riguardano la malattia e che ho vissuto direttamente sulla mia pelle. Ed è stato meraviglioso e confortante vedere come entrambe, seppur con passati diversi e vite diverse, siamo arrivate alle medesime conclusioni di cui la più importante è sicuramente che non siamo "mancanti" solo perché non ricadiamo nel modello di vita che una società borghese e bigotta ci ha voluto far passare come "perfetto".
Il grembo paterno
Dov’è che impariamo ad amare? Com’ è che ci s’ammala dentro, com’è che si guarisce? Ci sono persone che, quando le incontriamo, “ci bussano al sangue”: e Adele, quando incontra Nicola, è certa di avere trovato la persona con cui sentirsi finalmente intera. Ma Nicola è legato da un patto antico a un’altra donna, con lei ha due figli, mentre Adele cresce sua figlia da sola, dopo una vita di sfide e fughe che pare incastrarla in un’eterna adolescenza. Quando l’intesa con Nicola comincia a vacillare, proprio quell’adolescenza le chiede, prepotente, ascolto. Così, in una notte fatale, che segnerà per sempre il destino dell’umanità, Adele torna come in sogno al paese dove è nata, marchiata da un soprannome, Senzaniente, che è pesato sulla sua famiglia perfino dopo che il padre, Rocco, ha sfidato la miseria e conquistato il benessere. La storia fra Adele e Nicola s’intreccia allora alla storia di Adele e suo padre, in una spola sempre più serrata fra passato e presente, dove quello che ci è stato tolto quand’eravamo bambini rischia di diventare l’unica misura di quello che il mondo ci potrà offrire. Fra medici che dovrebbero curare e invece mettono in pericolo, una donna che guarda dalla finestra il capodanno degli altri e un’altra che danza con uno straccio, nessuno degli indimenticabili personaggi di questo romanzo riesce a tenere stretto quello che è convinto di desiderare, mentre l’intrinseca violenza delle relazioni si mescola alla loro intrinseca dolcezza. E una televisione sempre accesa si prende gioco dello sforzo di tutti di credere alla propria esistenza. Chiara Gamberale scende all’origine delle nostre domande sull’amore, in quella terra scoscesa dove abbiamo cominciato a essere la persona che siamo, per regalarci le sue pagine più potenti, commosse e ispirate. Dov’è che impariamo ad amare? Com’è che ci s’ammala dentro, com’è che si guarisce? Ci sono persone che, quando le incontriamo, “ci bussano al sangue”: e Adele, quando incontra Nicola, è certa di avere trovato la persona con cui sentirsi finalmente intera. Ma Nicola è legato da un patto antico a un’altra donna, con lei ha due figli, mentre Adele cresce sua figlia da sola, dopo una vita di sfide e fughe che pare incastrarla in un’eterna adolescenza. Quando l’intesa con Nicola comincia a vacillare, proprio quell’adolescenza le chiede, prepotente, ascolto. Così, in una notte fatale, che segnerà per sempre il destino dell’umanità, Adele torna come in sogno al paese dove è nata, marchiata da un soprannome, Senzaniente, che è pesato sulla sua famiglia perfino dopo che il padre, Rocco, ha sfidato la miseria e conquistato il benessere. La storia fra Adele e Nicola s’intreccia allora alla storia di Adele e suo padre, in una spola sempre più serrata fra passato e presente, dove quello che ci è stato tolto quand’eravamo bambini rischia di diventare l’unica misura di quello che il mondo ci potrà offrire. Fra medici che dovrebbero curare e invece mettono in pericolo, una donna che guarda dalla finestra il capodanno degli altri e un’altra che danza con uno straccio, nessuno degli indimenticabili personaggi di questo romanzo riesce a tenere stretto quello che è convinto di desiderare, mentre l’intrinseca violenza delle relazioni si mescola alla loro intrinseca dolcezza. E una televisione sempre accesa si prende gioco dello sforzo di tutti di credere alla propria esistenza. Chiara Gamberale scende all’origine delle nostre domande sull’amore, in quella terra scoscesa dove abbiamo cominciato a essere la persona che siamo, per regalarci le sue pagine più potenti, commosse e ispirate. Era la nostalgia, ora lo so, per le cose quando non sono ancora successe.
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Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Mapte 29 dicembre 2024Da leggere
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Alle08 17 maggio 2024Coinvolgente
Libro molto bello, coinvolgente, e intenso. La lettura è scorrevole, nonostante la tematica trattata sia forte e difficile. Consiglio ad occhi chiusi, ha soddisfatto le mie aspettative!
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.R.R. 17 marzo 2024intenso
Libro intenso e profondo che fa riflettere. In alcuni tratti un po difficile da seguire, ma rende benissimo l idea di questa travagliata 'adelescenza'. Lascia un segno...lo consiglio
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