Leggenda vuole che questo romanzo abbia richiesto una gestazione ventennale. 'Horcynus Orca' uscì nel 1975 e costituì in caso unico (ricordo ancora la copia che mio padre - mondadoriano di ferro - stringeva in mano) anche perché - all'epoca - il marketing editoriale non era (ancora) solito trattare i libri come fossero saponette e gli scrittori non facevano il tour delle trasmissioni televisive a 'far marchette', con la complicità di conduttori compiacenti. Ciò detto, il romanzo di D'Arrigo è un 'libro-mondo' da affrontare armati di coraggio e pazienza, un volume che - per trama, mole e linguaggio - richiede lettori smaliziati, rodati ad una lettura lenta, partecipata, devota. Costruita come un 'omaggio verista' all'Odissea, la trama (siamo nel 1943) racconta del ritorno a casa di Andrea Cambria, marinaio siciliano. Il viaggio - pochi giorni di calendario, ma apparentemente eterno su pagina - è caratterizzato dalla presenza costante delle 'fere', (cetacei assimilati a delfini, fantasmi del mondo di sotto, veri semi-dei vendicativi e famelici, che segnano di mala fortuna la vita di marinai e pescatori) e del loro corrispettivo umano: le 'femminote' (donne streghe, matriarche per vocazione e necessità, sessualmente voraci). Va da sé che il viaggio è mare e vento, sale e ombre e sale ancora, fino a maturare sé stessi alla morte, con l'apparire della fera definitiva che sale dagli abissi, l'Orcaferone, destinata anch'essa ad essere divorata e perire. Scritto in una lingua selvaggia e ruvida (un italo-siciliano costellato di termini inventati) il libro di D'Arrigo è un dono prezioso da fare in primo luogo a se stessi.
Horcynus Orca. Nuova ediz.
In occasione dei cinquant'anni dalla pubblicazione viene presentata questa nuova edizione arricchita da fotografie e documenti inediti, uno scritto di Giorgio Vasta, la storica introduzione di Walter Pedullà e la postfazione di Siriana Sgavicchia.
«C'è un'epopea nel romanzo, con un "nocchiero semplice della fu regia Marina" e acque zeppe di creature, e c'è l'epopea del romanzo nel quale Stefano D'Arrigo celebrò un'ulteriore epopea, quella della lingua. I 50 anni di "Horcynus Orca".» - Andrea Cortellessa, La Lettura
È l'autunno del 1943. Dopo l'armistizio dell'8 settembre, 'Ndrja Cambrìa, marinaio della fu Regia Marina, torna a Cariddi, il suo villaggio natale sulla sponda siciliana dello Stretto di Messina. Ma come per Ulisse, che proprio qui sentì il canto delle sirene, anche per lui il ritorno non può essere un semplice ritrovarsi perchè ogni passo lo porta in un mondo che sembra sgretolarsi sotto il peso della guerra e della perdita. Sulla terra i pescatori, privati del loro mestiere, sono diventati spiaggiatori ai margini di una esistenza svuotata di senso, mentre il mare, vero teatro della narrazione, è infestato dalle fere, delfini che devastano le reti, e dominato dall'Orcaferone, creatura che incarna la morte come presenza oscura e viva. D'Arrigo costruisce un racconto che procede per cerchi concentrici e in cui ogni onda, ogni eco di voce restituisce la tensione tra vita e distruzione; la lingua stessa, con il respiro del mare, si gonfia e si ritrae in un inebriante flusso verbale e figurativo che intreccia mito e Storia, dialetto e poesia. Frutto di più di vent'anni di scrittura e riscrittura, "Horcynus Orca" è un viaggio senza fine che riflette il rapporto insondabile dell'uomo con il tempo, il linguaggio e la conoscenza. Un vero poema moderno. Uno fra i massimi capolavori della letteratura del Novecento.
Il 21 febbraio 1975, Giorgio Mondadori invia un telegramma a Stefano D'Arrigo. Sta sfogliando le pagine di Horcynus Orca, il capolavoro dello scrittore siciliano, che il padre Arnoldo, appena scomparso, e la sorella Mimma aspettano da vent'anni. Finalmente il romanzo sta per arrivare nelle librerie italiane.
«Carissimo con sincera profonda commozione sfoglio le pagine della tua stupenda opera alla quale sono intimamente legato sin dall'inizio della tua fatica letteraria - stop - Dopo tante ansie vedo ora compiuta la grande attesa di mio padre e ne sono felice - stop - Alla vigilia di veder apparire Horcynus Orca nelle librerie italiane mi è caro ripeterti un caloroso affettuoso ringraziamento per il prestigio che il tuo nome reca alla nostra casa editrice e assicurarti che con gioia faremo tutto quanto sta in noi per portare il libro a contatto del pubblico più vasto - stop - A tua moglie preziosa e infaticabile collaboratrice e a te caro Stefano gli auguri sinceri di tante meritate soddisfazioni e un affettuoso abbraccio dal tuo Giorgio Mondadori.»
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Anno edizione:2025
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Formato:Tascabile
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Eclipse 07 giugno 2023Orca, delfino, fera
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