Coloro che sono affetti da OuLiPismo cronico, come me, questo libro lo hanno comprato o lo compreranno: di Perec bisogna avere tutto, ça va sans dire! Bisogna specificare però che c'è Perec e Perec. Egli stesso in Pensare/Classificare distribuisce in quattro categorie i suoi lavori: quelli dedicati alle piccole cose del quotidiano, quelli autobiografici, quelli dedicati ai giochi di parole, variamente intesi, e i romanzi propriamente detti. Personalmente io preferisco quelli pirotecnici ed eccentrici della terza categoria. Il presente invece appartiene alla prima e si evince dal titolo: il termine infra richiama alla norma, alla consuetudine della vita quotidiana, all'ordine solito, in opposizione ad extra che indica ciò che dalla regolarità esula, si distacca, lo straordinario appunto, che ne esce, ne sta fuori, e appare sporadicamente nella vita dell'individuo. Questa intenzione è esplicitamente dichiarata dall'autore nel primo capitoletto. "Quello che succede veramente, quello che viviamo, [...] Quello che accade ogni giorno e che si ripete ogni giorno, il banale, il quotidiano, l'evidente, Il comune, l'ordinario, l'infra-ordinario, il rumore di fondo, l'abituale, in che modo renderne conto, in che modo interrogarlo, in che modo descriverlo?" Interrogare l'abituale. Questa la dichiarazione d'intenti, ed ecco rapidamente il contenuto: descrizione minuziosa di strade e luoghi, testi di duecentoquarantatre cartoline; e "tentativo di inventario degli alimenti liquidi e solidi che ho ingurgitato durante l'anno millenovecentosettantaquattro."
L'infra-ordinario
«Quel che succede ogni giorno, in che modo descriverlo?».
«È pur vero che gli autori di letteratura del catalogo sono miliardi ma fra i moltissimi Georges Perec è stato quello più significativo del secondo Novecento. Lo è stato anche perché ha impugnato l'arma espressiva della lista non per compilare enciclopedie delle meraviglie del mondo e mettere così lo straordinario nelle mani di chiunque, ma, al contrario, per rendere straordinario ciò che nella vita di chiunque alligna nella dimensione frazionaria e quasi subliminale dell'infra-ordinario. Scrutare gli interstizi: le piegature del dito che indica la luna; le "fini scanalature" del corpo e del cappuccio della propria penna stilografica, descritta nelle ultime righe di questo libro, posata sulla scrivania, forse subito dopo aver scritto di sé stessa.» - Stefano Bartezzaghi, Robinson
«Si leggono centinaia di variazioni sul tema del saluto estivo via cartolina, tipi di formaggio mangiati nel corso di un anno, nomi di insegne stradali. Alla ricerca, attraverso l’affastellarsi di quei particolari apparentemente futili che affollano la cosiddetta «realtà », di una qualche segreta ragione ordinatrice, che dalla scrittura delle parole possa trasferirsi al mondo.» - Alias
Un libricino pieno di semplici genialità, come riesce di norma a Perec, parlando dell’ordinario quotidiano. Ad esempio del quotidiano cibarsi, e fa l’inventario, comico e indigesto nella sua riassuntiva catalogazione, di tutto ciò che ha ingurgitato nel corso di un anno, il 1974: sette galline bollite con riso, settantacinque formaggi, sette zampini di maiale ecc. Poi come scrivere automaticamente duecentoquarantatré cartoline, tutte diverse, di ordinari saluti estivi usando solo cinque frasi elementari in tre varianti. E l’osservazione di una via di Parigi in sei date diverse, i negozi, le insegne, le scritte occasionali, le facciate, un gatto che passa, cioè tutto ciò che è sotto gli occhi, così ovvio che non lo si nota, ma esiste per un attimo poi sarà perduto per sempre. Questi scritti pubblicati tra il 1973 e il 1981 sono stati raccolti in libro nel 1989.
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Anno edizione:2023
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Sapereaude 01 giugno 2023Un giorno dopo l'altro
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