L'isola e il tempo - Claudia Lanteri - copertina
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L'isola e il tempo
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Descrizione

In questo romanzo che vive di una scrittura letteraria molto potente, maestosa e naturale insieme, il tempo si morde la coda, è definito ma anche mobile: un tempo in cui tutto continua ad accadere. E chi racconta, con l’illusione di approdare prima o poi a un finale diverso, rimane agganciato per sempre – con il lettore – all’enigma irrisolto.


Non capita spesso d’imbattersi in libri come questo, vivi, spiazzanti, per la forza della storia e della scrittura. Immaginate un’isola vulcanica dalla bellezza selvaggia a sud della Sicilia, alle soglie degli anni Sessanta. E immaginate l’arrivo di un barchino verde con a bordo un naufrago stremato e il cadavere di una donna, sua moglie. È un evento che rompe la quiete di quel mondo, poi lentamente ognuno torna alla sua vita. Ma per il protagonista dell’“Isola e il tempo” quei giorni, e l’indagine che ne è seguita, sono una materia da raccontare per trent’anni a chiunque si prenda la briga di ascoltarlo: donne che passano, monelli di strada, turisti che a poco a poco cambiano il volto dell’isola. Perché in quel pugno di ore si condensa un enigma irrisolto prima di tutto dentro di lui. Ci sono luoghi che sono mondi. Così è l’isola mai nominata, di fronte alla ’Mpidusa, verso la fine degli anni Cinquanta: pochi abitanti che si conoscono da sempre, tre cime viste dal mare, la vegetazione secca, la terra nera. E la fatica degli uomini e delle donne per la sussistenza: la pesca, le magre coltivazioni di capperi e lenticchie, qualche bestia. A spezzare il ritmo dei giorni è l’arrivo di un barchino con a bordo due persone: un uomo vivo e una donna morta. Un incendio ha distrutto la loro barca a vela, racconta il superstite, e nel naufragio hanno perso la vita anche i coniugi Domoculta e i loro tre bambini. Mentre il maresciallo Bonomo apre un’indagine convinto di poterla archiviare presto, il tredicenne Nonò s’improvvisa detective. Ascolta i discorsi di tutti nascosto negli angoli più improbabili, fiuta piste, mette insieme i tasselli. Ma ogni cosa è più complicata di come sembra, e anche questa storia, proprio come l’isola all’alba, appare avvolta di fatemorgane. Per riconoscerne i confini bisogna allontanarsi, fissare l’occhio sul paesaggio, su piccoli dettagli: persino certi luoghi – la caserma, il porticciolo, la pergola di Tina – scandiscono, mutando, il tempo e il senso delle cose. Ecco perché tutta la storia dev’essere narrata, con calma e da principio, a chiunque passi, alla ricerca del filo che continua a scappare dal disegno. Anche quando l’indagine volge al termine, Nonò non smette di correre per l’isola e perlustrarne i fondali, per trovare il punto in cui la barca si è inabissata. E quando finalmente, con l’aiuto del fratello Filippo, riesce a raggiungerla, insieme ai corpi dei Domoculta scopre un altro cadavere: quello del colpevole. Ma chi può credergli, se ormai tutti dicono che ha perso la ragione? Perché, di fatto, proprio nel momento in cui il giallo si sgarbuglia, tutto comincia a ingarbugliarsi nella memoria di Nonò, che a tratti rimuove le parti di racconto più dolorose. Un narratore ferito, più che inattendibile.

Dettagli

16 aprile 2024
368 p., Brossura
9788806261160

Valutazioni e recensioni

  • Baghy
    Esordio col botto

    Un esordio col botto per @la_lanteri L’isola e il tempo non è solo narrativa o un giallo. È letteratura. Un libro che ti spiazza per la trama. Per la struttura. Per la descrizione meravigliosa dell’ambiente e del paesaggio di un’isola, che non si nomina mai. Quasi per preservare un ulteriore alone di mistero ai fatti. Riguardo questo che bene si sposa con il racconto ossessivo e delicato da parte del protagonista, un piccolo anomalo detective, di eventi che sconvolgono, almeno inizialmente, la routine, la chiusura e la solitudine di chi abita quel luogo magico e sospeso. Dramma pubblico, che alla lunga sembra importare solo a uno degli isolani. Il bambino Nonò che ripercorre all’infinito e inascoltato anche in età adulta un crimine sostanzialmente irrisolto. Forse proprio perché la sua insistenza lo rende inattendibile per gli altri e per se stesso. Le fasi della sua vita e il suo racconto sono mischiati con un effetto straniante ma efficace nelle pagine del libro. Come in un vortice calmo. Il linguaggio e la scrittura dell’autrice sono incredibilmente originali. Da lasciare a volte senza respiro per la bellezza delle similitudini, delle metafore e delle immagini impiegate. L’utilizzo di un dialetto siculo italianizzato o di un italiano con inflessioni sicule è del tutto nuovo e senza riferimenti o scimmiottamenti di quello reso famoso da altri celebri autori. Per questo il risultato è ancora più apprezzabile e gradevole. Consigliatissimo. Non vedo l’ora di leggere un prossimo lavoro di @la_lanteri

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