Iulii Perticarii Captivus Apostolicus. Vincentii Monti Peregrinus Apostolicus - Vincenzo Monti,Giulio Perticari - copertina
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Iulii Perticarii Captivus Apostolicus. Vincentii Monti Peregrinus Apostolicus
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S. l., S. n. t., In-4°, pp. 39, brossura muta. Dedica a stampa a Filippo De Angelis. Una dedica del tempo: \All'alto Rev.do Padre... Felice Soprani... il Cav. Onorio Guerrieri in segno di stima e di affetto\". Bell'esemplare a pieni margini. Unica edizione, rara e mancante al Bustico, di questa traduzione latina compiuta da Ignazio Guerrieri. Dei due poemi latini il più celebre é il \"Pellegrino Apostolico\" del Monti, composto con intenti encomiastici in occasione del viaggio di papa Pio VI a Vienna nel 1782."

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Iulii Perticarii Captivus Apostolicus. Vincentii Monti Peregrinus Apostolicus
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39 p.
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2560020036673

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Foto di Vincenzo Monti

Vincenzo Monti

(Alfonsine, Ravenna, 1754 - Milano 1828) poeta italiano.Il periodo romano Studiò dapprima nel seminario di Faenza, poi frequentò i corsi di medicina all’università di Ferrara; ma i suoi interessi andavano alla letteratura. Nel 1775 fu ammesso all’accademia d’Arcadia e l’anno dopo, con la pubblicazione del poemetto La visione di Ezechiello, si guadagnò la protezione del cardinale Scipione Borghese. Nel 1778 si stabilì a Roma, divenendo presto famoso, specie dopo il successo del poemetto La bellezza dell’universo (1781), scritto in occasione delle nozze del nipote di papa Pio VI, il duca Luigi Braschi (M. ne divenne segretario), e celebrante la forza creatrice della natura. Seguirono i Pensieri d’amore (1782) e gli Sciolti al principe Don Sigismondo Chigi (1783), che risentono della suggestione...

Foto di Giulio Perticari

Giulio Perticari

(Savignano sul Rubicone, Forlì, 1779 - San Costanzo, Pesaro, 1822) letterato italiano. Genero di V. Monti, si schierò al suo fianco nelle polemiche linguistiche contro A. Cesari: nei suoi due saggi Degli scrittori del Trecento e de’ loro imitatori (1818) e Dell’amor patrio di Dante e del suo libro intorno al volgare eloquio (1820) sostenne che anche gli scrittori del Trecento avevano usato una lingua contaminata da diversi volgari, cercando conferma alle sue asserzioni in una arbitraria interpretazione delle teorie dantesche. Autore di mediocri versi e fondatore, assieme ad altri, dell’antiromantico «Giornale arcadico» (1818), tentò di impostare un classicismo moderno, affine a quello di P. Giordani, con cui aveva in comune le idee progressiste e l’amor di patria.

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