Questo libro mi è piaciuto. Parto subito dicendo che, soprattutto all’inizio, ho fatto fatica a seguire il racconto, forse per il modo in cui è stato tradotto, o forse proprio per la scrittura di per sé. In molti punti ero confusa, forse anche perché il narratore è in terza persona ed è a conoscenza di tutti gli eventi, e quando racconta a volte passa da un protagonista all’altro e questo lascia un po’ confusi. Un appunto lo faccio sul tipo di edizione. Pochi spazi tra le parole, non c’era separazione tra i diversi paragrafi ed i capitoli erano divisi “a sentimento”. Questo molte volte mi è costato un calo di attenzione che mi ha bloccato la lettura. Però di base la storia è bella, si tratta di una leggenda Coreana e, se uno ama il genere, lo consiglio. La storia d’amore c’è, ma non è il fulcro del racconto anzi. È una parte importante del libro, ma non è invasiva. Ultima nota, il finale. Non conosco la leggenda originale, ma nel libro il finale mi ha lasciata un attimo interdetta, nonostante non sia tragico né nulla, ma mi aspettavo qualcosa di diverso. Forse di più romantico e romanzato visto il resto del libro.
