Mi ha rapito, tenuta ostaggio per una settimana. Mi sono sentita dentro le viscere di un mondo la cui moralità è capovolta. Un esperimento di femminismo e di paura, d’amore e di rabbia, d’amicizia e magia. Un rammarico: averlo letto da sola.
Leggere Lolita a Teheran
Nei due decenni successivi alla rivoluzione di Khomeini, mentre le strade e i campus di Teheran erano teatro di violenze tremende, Azar Nafisi ha dovuto cimentarsi in un'impresa fra le più ardue, e cioè spiegare a ragazzi e ragazze esposti in misura crescente alla catechesi islamica una delle più temibili incarnazioni dell'Occidente: la sua letteratura. Il risultato è uno dei più toccanti atti d'amore per la letteratura mai professati – e insieme una magnifica beffa giocata a chiunque tenti di interdirla.
«Il libro di Azar Nafisi è pieno di dolore e di nostalgia: amabile, spiritoso, fluido, talora ingenuo, spesso terribile; e piacerà, ne sono convinto, a moltissimi lettori e lettrici» – Pietro Citati
«Leggere Lolita a Teheran è una risposta a qualsiasi regime totalitario e un inno al potere salvifico dei libri e della letteratura: tanto più infatti viene sottratta all’uomo la possibilità di sognare, tanto più forte diviene l’immaginazione e tanto più potere acquista la fantasia nel modificare una realtà intollerabile.» - Maremosso
Quando uno dei suoi studenti più islamizzati le contesta il diritto di tenere un corso sul Grande Gatsby – equiparato al Grande Satana –, Azar Nafisi decide di allestire un processo davanti all'intera classe, e di assumere in prima persona il patrocinio del romanzo. Una tecnica certo poco ortodossa, che tuttavia non stupirà più di tanto il lettore di questo sconvolgente racconto autobiografico. Nei due decenni successivi alla rivoluzione di Khomeini, mentre le strade e i campus di Teheran erano teatro di violenze tremende – e qui descritte con la precisione di un testimone partecipe e sgomento –, Azar Nafisi ha infatti dovuto cimentarsi in un'impresa fra le più ardue, e cioè spiegare a ragazzi e ragazze esposti in misura crescente alla catechesi islamica una delle più temibili incarnazioni dell'Occidente: la sua letteratura. Per riuscirci, è stata costretta ad aggirare qualsiasi idea ricevuta e a inventarsi un intero sistema di accostamenti e immagini che suonassero al tempo stesso efficaci per gli studenti e innocue per i loro occhiuti sorveglianti. Il risultato è uno dei più toccanti atti d'amore per la letteratura mai professati – e insieme una magnifica beffa giocata a chiunque cerchi di interdirla.
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Autore:
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Edizione:3
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Anno edizione:2007
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Marcella F 28 luglio 2025ideale per una lettura di gruppo
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Sole 26 giugno 2025
Certo! Ecco una recensione breve e adatta ai social per Leggere Lolita a Teheran di Azar Nafisi, con un tocco di analisi critica: --- Leggere Lolita a Teheran di Azar Nafisi è molto più di un memoir: è un atto di resistenza culturale. In un Iran post-rivoluzionario, dove la libertà è soffocata sotto il velo dell’integralismo, un gruppo di donne si riunisce per leggere Nabokov, Fitzgerald, Austen. Attraverso la letteratura occidentale, ritrovano sé stesse, il diritto al pensiero critico e alla libertà personale. Nafisi ci mostra quanto i libri possano diventare spazi di libertà interiore, anche (e soprattutto) quando il mondo esterno è ostile. Il parallelismo tra le vite delle protagoniste e le eroine dei romanzi letti è potente: Lolita diventa simbolo delle donne private del consenso, rese oggetto da una società patriarcale. Una lettura che ci ricorda come la cultura possa essere sovversiva, intima e rivoluzionaria.
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Marcella F 18 giugno 2025molto bello
Mi ha rapito, tenuta ostaggio per una settimana. Mi sono sentita dentro le viscere di un mondo la cui moralità è capovolta. Un esperimento di femminismo e di paura, d’amore e di rabbia, d’amicizia e magia. Un rammarico: averlo letto da sola. “Per vivere una vita vera, completa, bisogna avere la possibilità di dar forma ed espressione ai propri mondi privati, ai propri sogni, pensieri e desideri; bisogna che il tuo mondo privato possa sempre comunicare col mondo di tutti. Altrimenti, come facciamo a sapere che siamo esistiti?”.
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