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Anno edizione: 2014
Anno edizione:
Anno edizione: 2010
Vincitore Premio Strega 1963
«Nel corso della mia infanzia e adolescenza mi proponevo sempre di scrivere un libro che raccontasse delle persone che vivevano, allora, intorno a me. Questo è, in parte, quel libro: ma solo in parte, perché la memoria è labile, e perché i libri tratti dalla realtà non sono spesso che esili barlumi e schegge di quanto abbiamo visto e udito.»
Lessico famigliare è il libro di Natalia Ginzburg che ha avuto maggiori e piú duraturi riflessi nella critica e nei lettori. La chiave di questo straordinario romanzo è delineata già nel titolo. Famigliare, perché racconta la la storia di una famiglia ebraica e antifascista, i Levi, a Torino tra gli anni Trenta e i Cinquanta del Novecento. E Lessico perché le strade della memoria passano attraverso il ricordo di frasi, modi di dire, espressioni gergali. Scrive la Ginzburg: «Noi siamo cinque fratelli. Abitiamo in città diverse, alcuni di noi stanno all'estero: e non ci scriviamo spesso. Quando c'incontriamo, possiamo essere, l'uno con l'altro, indifferenti, o distratti. Ma basta, fra noi, una parola. Basta una parola, una frase, una di quelle frasi antiche, sentite e ripetute infinite volte, nel tempo della nostra infanzia. Ci basta dire "Non siamo venuti a Bergamo per fare campagna" o "De cosa spussa l'acido cloridrico", per ritrovare a un tratto i nostri antichi rapporti, e la nostra infanzia e giovinezza, legata indissolubilmente a quelle frasi, a quelle parole».
In appendice la Cronistoria di «Lessico famigliare» a cura di Domenico Scarpa e uno scritto di Cesare Garboli.
In questo libro Natalia Ginzburg ripercorre la storia della sua famiglia, i Levi, raccontando dei genitori, dei fratelli ma anche di tutte le persone la cui vita si è intrecciata con quella della sua famiglia, quindi amici, conoscenti, facendo riferimento al periodo della guerra e del dopoguerra con uno stile raffinato ma chiaro, scorrevole e di facile comprensione, mettendo in evidenza espressioni usate in particolar modo nell’ambito della famiglia e che rimandano alle situazioni descritte.
In questo libro Natalia Ginzburg ripercorre la storia della sua famiglia, i Levi, raccontando dei genitori, dei fratelli ma anche di tutte le persone la cui vita si è intrecciata con quella della sua famiglia, quindi amici, conoscenti, facendo riferimento al periodo della guerra e del dopoguerra con uno stile raffinato ma chiaro, scorrevole e di facile comprensione, mettendo in evidenza espressioni usate in particolar modo nell’ambito della famiglia e che rimandano alle situazioni descritte.
Ogni famiglia condivide un lessico originale, delle parole che nel dizionario hanno un significato, nella vita quotidiana ne hanno un altro originale. In questo romanzo Natalia Ginzburg racconta della sua famiglia, che è stata legata a Filippo Turati, Cesare Pavese e Filippo Balbo, ma come tutte le famiglie ha condiviso storie ed esperienze che sono custodite nella memoria di ogni membro. In un racconto nostalgico Ginzburg accompagna il lettore, traducendo il linguaggio della sua famiglia in modo che il lettore possa sentirsene parte durante la lettura.
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