Non ho ancora letto Anna Karenina, quindi non so dire se tutte le famiglie felici si assomigliano fra loro, mentre ogni famiglia infelice è infelice a modo suo, ma dopo aver letto Lessico famigliare sono certa che ogni famiglia, felice o infelice (o tutte e due le cose insieme), parla a modo suo. In questo racconto Ginzburg inanella, senza soluzione di continuità, una serie di aneddoti, tutti legati al linguaggio e alle espressioni tipiche della sua famiglia, dandone un ritratto davvero vivo e colorito, proprio come la lingua usata. Il linguaggio, si sa, è qualcosa di identitario: basti pensare a come ci illuminiamo quando ci troviamo in un Paese straniero e sentiamo nella folla parlare la nostra lingua. Ecco, anche in questo libro penso che il lessico sia “famigliare” sì perché è relativo alla famiglia Levi, ma anche perché è quello intimo e conosciuto, familiare (appunto) all’autrice, tale da risvegliare nella sua memoria il ricordo di chi, come, quando lo parlava. Una lettura particolare e piacevole, che sono stata proprio una gran sempia a non aver affrontato prima!
Lessico famigliare
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Vincitore Premio Strega 1963
«Nel corso della mia infanzia e adolescenza mi proponevo sempre di scrivere un libro che raccontasse delle persone che vivevano, allora, intorno a me. Questo è, in parte, quel libro: ma solo in parte, perché la memoria è labile, e perché i libri tratti dalla realtà non sono spesso che esili barlumi e schegge di quanto abbiamo visto e udito.»
Lessico famigliare è il libro di Natalia Ginzburg che ha avuto maggiori e piú duraturi riflessi nella critica e nei lettori. La chiave di questo straordinario romanzo è delineata già nel titolo. Famigliare, perché racconta la la storia di una famiglia ebraica e antifascista, i Levi, a Torino tra gli anni Trenta e i Cinquanta del Novecento. E Lessico perché le strade della memoria passano attraverso il ricordo di frasi, modi di dire, espressioni gergali. Scrive la Ginzburg: «Noi siamo cinque fratelli. Abitiamo in città diverse, alcuni di noi stanno all'estero: e non ci scriviamo spesso. Quando c'incontriamo, possiamo essere, l'uno con l'altro, indifferenti, o distratti. Ma basta, fra noi, una parola. Basta una parola, una frase, una di quelle frasi antiche, sentite e ripetute infinite volte, nel tempo della nostra infanzia. Ci basta dire "Non siamo venuti a Bergamo per fare campagna" o "De cosa spussa l'acido cloridrico", per ritrovare a un tratto i nostri antichi rapporti, e la nostra infanzia e giovinezza, legata indissolubilmente a quelle frasi, a quelle parole».
In appendice la Cronistoria di «Lessico famigliare» a cura di Domenico Scarpa e uno scritto di Cesare Garboli.
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Edizione:1
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Anno edizione:2014
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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ari 03 dicembre 2025Ogni famiglia parla a modo suo
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PASQUALE 03 dicembre 2025Un classico italiano
La storia ruota intorno a questo nucleo familiare con le loro vacanze e i loro modi di dire che inevitabilmente ogni famiglia ha. Consigliato
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Petruch92 13 novembre 2025Grande delusione
Conoscendo la fama che precede questo libro avevo aspettative molto alte. Purtroppo invece ho fatto davvero fatica a finire di leggerlo. In generale non ho apprezzato la confusione narrativa e la presenza di decine e decine di personaggi che arrivano, ritornano e non restano in mente. Inoltre non ho capito la sequenza della storia che sembra abbastanza randomica
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