Compositore e pianista. Avviato agli studi musicali dai genitori, entrambi musicisti, intraprese giovanissimo la carriera concertistica. Nel 1876-77 studiò composizione con W. Mayer a Graz. Dopo aver tentato invano di affermarsi come compositore in Italia, riprese faticosamente la carriera di concertista, vivendo per alcuni anni a Vienna e poi a Lipsia. Insegnò pianoforte a Helsinki nel 1888-89, quindi, dopo aver vinto il concorso Rubinstein di composizione nel 1890, a Mosca; dal 1891 insegnò a Boston. Ormai affermato come concertista, abbandonò l'insegnamento in conservatorio e nel 1894 si stabilì a Berlino, alternando i giri di concerti con la composizione e con i corsi di perfezionamento pianistico a Weimar e a Vienna. Sommo interprete di Bach, di Beethoven, di Liszt, come pianista ebbe pochi rivali fino alla Grande Guerra; tra le sue più significative composizioni di questi anni sono da ricordare il Concerto op. 39 per pianoforte e orchestra, la Berceuse élégiaque op. 42 e il Nocturne symphonique op. 43 per orchestra, la Fantasia contrappuntistica per pianoforte e l'opera Die Brautwahl (La sposa sorteggiata, composta fra il 1907 e il 1910 e rappresentata nel 1912). Dal 1913 al 1915 diresse il liceo musicale di Bologna; successivamente si trasferì a Zurigo, dove rimase fino al 1920. Qui scrisse le opere Arlecchino e Turandot (composte, rispettivamente, nel 1914-16 e nel 1917, rappresentate entrambe nel 1917) e, a partire dal 1916, alcuni abbozzi per il Doktor Faust; quest'ultima opera, ripresa a Berlino nel 1920 ma rimasta incompiuta (sarà terminata dal suo allievo Ph. Jarnach e rappresentata nel 1925), si può considerare l'esempio più completo della sua concezione teatrale antiverista e simbolista. A Berlino B. riprese intensamente anche l'attività concertistica, occupandosi in particolare di far conoscere i concerti di Mozart; nello stesso tempo assunse all'Accademia musicale la cattedra di composizione, che alla sua morte passerà a Schönberg. Oltre alle composizioni citate la produzione di B. comprende ancora diversa musica vocale sacra, altri lavori sinfonici (fra cui il Rondò arlecchinesco op. 46 con voce di tenore ad libitum; la Fantasia indiana op. 44 per pianoforte e orchestra; il Concerto op. 35 per violino e orchestra; il Divertimento op. 52 per flauto e orchestra), diversa musica strumentale da camera e molta per pianoforte (fra le prime due Sonatine, la Fantasia contrappuntistica, in quattro versioni; la Sonatina super «Carmen»; trascrizioni da Bach, come la Ciaccona). La rivalutazione dell'opera creativa e teorica di B., messa in ombra durante la sua vita dall'immensa fama del pianista, si è sviluppata lentamente negli ultimi decenni, ma oggi egli è generalmente annoverato tra i grandi protagonisti della sua epoca. La sua poetica è caratterizzata dall'avversione all'uso tardoromantico di inserire elementi letterari nella musica strumentale e dalla ricerca di una nuova oggettività linguistica. Partendo dai classici, in particolare da Bach (del quale, come si è ricordato, trascrisse stupendamente vari brani per il pianoforte), B. approda a una sorta di rinnovata purezza espressiva che si radica e trova la propria ragion d'essere negli stessi processi dell'elaborazione tematica. L'armonia busoniana rivela, nei suoi momenti culminanti, una condensazione cromatica che si spinge fino alla sospensione o all'occultamento dei poli di attrazione tonale. I testi teorici fondamentali di B. (Saggio su una nuova estetica musicale, 1906; Dell'unità della musica, 1922) affrontano, fra l'altro, il problema della dissoluzione del sistema musicale occidentale e di una nuova idea di classicità nella musica.