(Modena 1489-1544) poeta italiano. Compose elegie latine, rime in volgare, il fortunato poemetto pastorale Ninfa tiberina (derivato dalle Selve di Lorenzo il Magnifico) e le Stanze per il ritratto di Giulia Gonzaga. La sua vasta produzione poetica che, pur senza ignorare o sconfessare il magistero petrarchesco si muove in una direzione quasi opposta a quella indicata da P. Bembo, lascia trasparire precisi influssi polizianeschi; né vi mancano anticipi manieristici e barocchi. Dopo molte edizioni parziali, la sua opera fu raccolta nei 3 volumi delle Poesie volgari e latine (1747-54). Di M. rimangono anche cinque novelle (1542-44), che però rivelano più il letterato, fine rielaboratore di spunti boccacciani, che il narratore.