nome di un leggendario bardo e principe scozzese, figlio di Fingal (Finn), che si suppone vissuto nel sec. III d.C. e a cui la tradizione medievale gaelica (irlandese e scozzese) attribuiva un ciclo di canti epici popolari. Nel 1762-63 Macpherson pubblicò, attribuendoli a O., alcuni poemi composti da frammenti di quei canti e da brani suoi; fantastici e tenebrosi, essi piacquero ai romantici e iniziarono una voga «ossianica» che ebbe cultori in tutta Europa. Anche se Goethe fu tra gli ammiratori dei canti ossianici, non mancò chi, come S. Johnson, ne mise in dubbio l’autenticità, se non altro per le troppo frequenti analogie con la Bibbia, Milton e Omero.