(Allington Castle, Kent, 1503 - Sherborne, Dorset, 1542) poeta inglese. Fu una figura di rilievo alla corte di Enrico VIII e compì numerose missioni diplomatiche in Francia, in Italia, in Spagna, nelle Fiandre. In Italia conobbe la lirica di scuola petrarchesca, di cui, insieme al conte di Surrey, introdusse in Inghilterra le forme metriche (soprattutto il sonetto) e il linguaggio amoroso idealizzato. Nelle sue liriche, pubblicate nell’antologia di vari autori detta Tottel’s Miscellany (1557), le traduzioni da Petrarca e le imitazioni di Serafino Aquilano, Alamanni e Ariosto si alternano a ritmi di canzone, desunti dalla tradizione medievale inglese. La nota più originale della sua poesia consiste in un immaginismo ardito e sensuale (che diviene talora insistita decorazione) e soprattutto in un senso di perenne struggimento e angoscia di fronte alla precarietà della condizione umana.