(Termoli, Campobasso, 1900 - Firenze 1962) filologo italiano. Allievo di G. Pasquali, sentì fortemente anche l’influsso crociano. Di qui una scissione nella sua opera di studioso della letteratura greca: da un lato, contributi di alto valore filologico, specialmente sulla poesia ellenistica (1925); dall’altro, saggi critici (I tragici greci, 1931; Sofocle, 1935; Saffo e Pindaro, 1935) condotti con grande acutezza e sensibilità, ma con un deliberato disinteresse per gli aspetti linguistico-stilistici e politico-culturali dell’opera d’arte. Pregevole la sua fortunata Storia della letteratura greca (3 voll., 1940-46).