(Capodistria 1720 - Cusano, Milano, 1795) poligrafo italiano. Di nobile famiglia, ebbe cultura enciclopedica e si interessò di storia, archeologia, astronomia, finanza; in gioventù scrisse una tragedia (Ifigenia in Tauri, 1744). Collaborò al «Caffè». Nominato nel 1765 presidente del Supremo consiglio di economia a Milano, si occupò soprattutto di questioni monetarie, perseguendo una linea cautamente riformista. Negli ultimi anni rinnegò le tesi illuministiche sull’uguaglianza fra gli uomini (Ragionamento sulla disuguaglianza, 1792). Fra le altre opere: Dell’indole del teatro tragico (1746), Dell’origine e del commercio delle monete e dell’istituzione delle zecche d’Italia (1751), Osservazioni preventive al piano intorno alle monete di Milano (1766), Delle antichità italiche (1788-91).