(Padova 1496 - Firenze 1576) letterato italiano. Autore di Egloghe (1550) e di poesie petrarchesche per Tullia d’Aragona, compose anche fortunati trattati di materia cavalleresca, come Il duello (1550) e Il gentiluomo (1571), e chiuse la sua carriera come polemista cattolico (Vergeriane, 1550; Mentite ochiniane, 1551; Lettere cattoliche, 1571). Intervenne nelle discussioni linguistiche con opere poi raccolte e pubblicate postume dal figlio Giulio Cesare col titolo unitario di Battaglie in difesa dell’italica lingua (1582); sostenitore di un’idea di lingua colta e contrario al fiorentinismo di B. Varchi, aderì alla tesi, enunciata da G.G. Trissino, di una lingua che risultasse dalla sintesi di varie parlate regionali.