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Anno edizione: 2014
Anno edizione: 2014
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«Questa è la storia di Samuel Ben Nissim Abul Farag, di Guglielmo Raimondo Moncada, di Flavio Mitridate. Non si tratta di tre persone ma di un solo individuo.»
"Non è, questo, un romanzo d'ambiente; di costume. Non è un romanzo storico. È una potente azione narrativa. Se nel gioco degli scacchi l'obiettivo finale è catturare il re, le modalità operative e di ricerca di questa opzione strategica forzano il silenzio e le tenebre della storia, per affrontare il mistero di un'"ombra", penetrare nelle tante maschere di un volto che si può pensare ma non conoscere, catturare la personalità artificiosa di un protagonista di eventi reali che con infame talento si evolve su se stesso e sotto più nomi si tramuta; e restituire, infine, alle necessità del racconto, il lato oscuro, la metà notturna e fosforica della civiltà dell'Umanesimo raggiante di cultura. Qui Camilleri gioca a scacchi con l'imponderabile. Le strade del suo personaggio si moltiplicano, si confondono, si scambiano l'una con l'altra. Partono dalla giudecca di Caltabellotta, in Sicilia, e lungo il Quattrocento si inoltrano nei labirinti delle capitali, delle corti piccole e grandi, degli studioli umanistici, delle Accademie e delle Università; nella geografia politica della penisola italica e delle remote contrade di là delle Alpi. Il lettore fa il possibile per recuperare il fiato. Una pagina tira l'altra, vorticosamente. Tra vari avvisi di pericolosità e d'orrore, il protagonista del romanzo sprigiona intelligenza perversa, crudeltà e spietatezza. È un ebreo convertito, poliglotta: esperto soprattutto in lingue orientali..." (Salvatore Silvano Nigro)Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Capitano tutte al Commissario Montalbano. Una mattina si sveglia e trova sotto casa niente di meno che un cavallo morte a bastonate. Un fatto che lo fa infuriare ed infatti si getta a capire il suo mistero anche perché il cavallo come lo ha trovato scompare. E’ una indagine che porta il Commissario nel mondo delle corse dei cavalli, clandestine ed ufficiali, con una descrizione del mondo dell’ippica, ricco di personaggi caratteristici e di tanto amore per i cavalli. Il mistero si intreccia con un processo al quale deve testimoniare il Commissario, un processo di mafia molto delicato. A questi problemi si devono aggiungere i soliti suoi guai con le donne. E’ il problema di avere un gran fascino, dove tutte le donne gli cadono ai suoi piedi e anche questa volta fa una vittima illustre. Una amica di una amica che ovviamente era proprietaria del cavallo morto. Cade in un ‘’congresso carnale’’ tradendo Livia per la seconda volta in poco tempo, ingelosendo anche l’amica di un tempo Ingrid. Sempre ricco di una ambientazione sociale precisa e fortemente letteraria la storia si svolge con il suo naturale epilogo. Anche questa volta c’è un forte richiamo alla mafia, all’amore per gli animali, all’amore per il fumo in profonda controtendenza rispetto ai conformismi attuali (pag. 97). C’è anche un problema umano, il Commissario si accorge che sta diventando vecchio, o meglio ne prende coscienza. Ha bisogno degli occhiali per vedere, segno che la vista gli sta calando, ma solo alla fine ne sarà consapevole. E’ forse anche questo sentimento umano della paura dell’invecchiamento che lo fa cadere ‘’vittima’’ della lussuria della sua nuova amica. Non ne sente un bisogno fisico, ha solo un bisogno di credere di essere ancora giovane e piacente.
Sempre magistrale la penna di Camilleri sia che tratti di omicidi e commissari sia che i suoi personaggi escano fuori, veridici o no, realmente esistiti o no, da un documento storico, da uno stralcio di lettera, da un catalogo (!).Molto ben confezionato dunque anche questo romanzo che, narrando le vicende “pseudo storiche” di un personaggio camaleontico come questo fantomatico : Samuel Ben Nissim Abul Farag, divenuto poi Guglielmo di Moncada e poi ancora Flavio Mitridate ci porta in quel mondo così fecondo e culturalmente ricco dell’Umanesimo italiano. Non è un romanzo storico, perché tale non è l’intenzione di Camilleri, ma la storia viene supportata, anzi sorpassata da una fantasia creativa esuberante e contagiosa; ne esce un racconto coinvolgente ed affascinante!
La persistente alternanza fra tracce storiche documentate, fin dalla genesi del libro (la presentazione di un catalogo d'arte a firma di Leonardo Sciascia), e il dipanarsi del filo dell'immaginazione dell'autore fanno di questo libro il romanzo storico che Camilleri non scriverà mai. Tra judecche, mezquite, conventi e corti della Sicilia e dell'Europa del '400 Camilleri si mette all'inseguimento di un personaggio realmente vissuto, ma incredibilmente poliedrico e multiforme, capace di rendersi invisibile come un camaleonte o di dileguarsi, come un'ombra, sotto gli occhi increduli e stupiti del lettore.
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