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Anno edizione: 2019
Anno edizione: 2014
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«Okay, prosegue Dova'le, mio padre mi dice di non camminare sulle mani e io non lo faccio. Ma poi penso: e adesso? Come mi salvo? Capite? Come faccio a non morire se sto dritto?»
Netanya, cittadina israeliana "poco raccomandabile". Un cabaret di provincia. Sul palco, signore e signori, ecco a voi Dova'le G.! Ma non sarà uno spettacolo comico ciò a cui stiamo per assistere: sarà il dramma di un uomo. Perché su quel palco Dova'le si mette a nudo, imprigionando a poco a poco la sala dove siede anche l'onorevole giudice Avishai Lazar, un vecchio amico d'infanzia. Avishai è stato chiamato per giudicare la vita intera di quello che, lo ricorda solo ora, era un bambino macilento e incredibilmente vivace, con l'abitudine stramba di camminare sulle mani. Un ragazzino che al campeggio paramilitare venne raggiunto dalla notizia della morte di un genitore e dovette partire per arrivare in tempo al funerale. Ma chi era morto? Il padre o la madre? Nessuno aveva avuto il coraggio di dirglielo, o forse lui non aveva compreso. Ora eccolo, quel ragazzino, ancora impigliato nell'estremo tentativo di venire a capo di quella giornata. Dal palcoscenico Dova'le scocca il suo sorriso più smagliante ed è pronto a consegnare al pubblico tutto quello che ha: lo spettacolo della sua storia.
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Non il solito Grossman. Cambia tutto, eppure è sempre lui. Uno dei più grandi scrittori della nostra epoca. Geniale, divertente, forte, corrosivo, intimo. Il libro è tutto questo e molto di più. Forse una lettura non adatta a tutti, per via dell'età, ma arriverà per tutti il momento per leggerlo. Dopo il ricordo del figlio, stavolta ad essere ricordati sono i genitori. Si ride e si piange. Riuscirci in meno di 200 pagine è da Grande Scrittore, qual è Grossman.
Recensioni
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