La paura dell'Apocalisse è atavica per l'uomo, ma è con la Seconda Guerra Mondiale e con la Guerra Fredda che ha cominciato a cambiare il suo delinearsi all'orizzonte. Nel XXI sec. l'Apocalisse ha assunto i tratti della catastrofe ambientale dovuta al cambiamento climatico congiunta all'invasione di virus letali, che porteranno all'estinzione umana sulla Terra. "Oggi si dice spesso che è più facile immaginare la fine del mondo che la fine del capitalismo. [...] L'impressione che i miliardari si stiano preparando a un collasso imminente, sembra la manifestazione letterale si questo assioma. I salvati, alla fine, saranno quelli che potranno permettersi la salvezza premium." Il racconto di O'Connell narra le loro diverse strategie - dal survivalismo di lusso progettato da Rober Vicino per i super ricchi che rimarranno sulla Terra post-apocalittica, ma con le chiappe al sicuro; alla sconfinata tenuta in Nuova Zelanda in cui Peter Thiel si andrà a rifugiare con il collasso; alle colonie extramondo di Elon Musk per fuggire da un mondo che si rifiuta (questo capitolo è interessante per l'analisi della visione maschilista di "fuga" contrapposto a quella femminista di "cura") - con cui questi signori replicano la forma capitalista in ciò che andranno a colonizzare, che sia un bunker o un altro pianeta, quando sarebbe proprio quella forma psico-socio-economica la causa del problema. Ma se vogliamo renderci davvero conto di cosa sia una catastrofe ambientale causata dall'uomo ed esorcizzare così questa paura atavica, perché anche questo è un intento dell'autore, allora basta andare a farsi un giro nella Zona di alienazione di Chernobyl. "Pripjat è un caso unico tra le rovine [...] la rappresentazione virtuale e interattiva di un mondo a venire." Se l'autore sia riuscito a curare la sua ansia da apocalisse e a quali conclusioni sia arrivato, ve lo lascio scoprire a voi.
Appunti da un'Apocalisse. Viaggio alla fine del mondo e ritorno
L’Apocalisse non è una fantasia distopica, non è una remota possibilità. L’Apocalisse è intorno a noi: è negli aggiornamenti quotidiani sulla pandemia, è nei video YouTube sullo scioglimento dei ghiacciai, è nelle conversazioni quotidiane sul futuro. È sui giornali, sul web e sui social. Ma cosa sta facendo, concretamente, l’umanità per evitare la fine? Mark O’Connell ha intrapreso un viaggio alla ricerca di risposte. Ha visitato i bunker di lusso costruiti in Sud Dakota. Ha partecipato ai raduni dei membri della Mars Society, convinti che l’unica possibilità sia colonizzare altri pianeti. Ha visitato la Nuova Zelanda, Paese che i tycoon della Silicon Valley hanno scelto come rifugio dal collasso sociale. E infine, si è recato a Chernobyl, il luogo dove l’Apocalisse è già avvenuta, e dove l’umanità è stata spazzata via e resa irrilevante: una visione di un possibile futuro. Il risultato è un libro brillante e sarcastico, ma anche molto intimo: da padre di due bambini, l’autore si domanda in che mondo i suoi figli dovranno abitare. Raccontare l’Apocalisse significa raccontare noi e il tempo in cui viviamo, significa immergersi nell’immaginario contemporaneo e descriverne le paure e le ansie, ma anche le speranze: secondo O’Connell, potremo sfuggire alla fine del mondo non costruendo una via di fuga personale, ma solo rinforzando le comunità che già esistono.
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Anno edizione:2021
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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ReginaDelVinavil 26 novembre 2022Fantastico
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Alberto Antonelli 25 maggio 2021
Se è vero che il progetto fisiologico intimo dei sapiens è quello della sopravvivenza, la nostra specie deve avere sbagliato qualcosa. E lo ha fatto infischiandosene di una crescita demografica folle, elevando il consumo ad attività imprescindibile, desiderabile anzi. Lo ha fatto ancora disseminando la propria casa di sudiciume tossico, disperdendovi oscuri ed imprevedibili oggetti che in un futuro più prossimo di quanto possiamo immaginare (come il sarcofago di Cernobyl e le centinaia di siti di materiale fissile esausto) ci chiederanno conto della nostra imprevidenza. Il mondo é già in fiamme. I diritti sembrano disgregarsi e le disparità razziali uccidono e gettano il seme della divisione fra gli esseri umani. A nulla servirà la mimesi dei rifugi che tentano di replicare la normalità della vita in uno scenario post atomico o post pandemico; l’uomo, con in tasca i suoi futures ed i suoi bond, va incontro al suo destino: una fine lenta e sofferta, chiuso dentro la propria angoscia di fronte all'enigmatica ed instabile realta? dell'esistenza. Un libro tormentoso e distopico ma un tassello fondamentale per la comprensione delle dinamiche globali.
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