(Dublino 1672 - Carmarthen 1729) scrittore anglo-irlandese. Intraprese la carriera militare; poi, dopo qualche anno di vita avventurosa e dissipata, si dedicò all’attività letteraria (prosa, teatro, giornalismo) e a un intenso impegno politico in favore del partito whig. Fondò il periodico «The Tatler» (1709), fu collaboratore di Addison per «The Spectator» (da marzo a dicembre del 1712), diresse in tempi successivi altri periodici, tra cui «The Guardian» (1713) e «The Englishman» (1713-14). L’attività politica, iniziata con gli scritti e continuata come deputato di Stockbridge (1713), lo condusse a una polemica in favore degli Hannover che dapprima gli costò l’espulsione dal parlamento (1714), ma successivamente, all’avvento di Giorgio I, gli fruttò il favore della corte, il titolo di sir e la nomina a sovrintendente del teatro Drury Lane, carica che perse dopo qualche tempo per aver attaccato lord Sunderland. Avvenne poi la rottura con l’amico Addison. Nel 1724, malato e deluso, si ritirò in campagna. Il primo scritto di rilievo di S. fu il saggio edificante L’eroe cristiano (The christian hero, 1701), esortazione alla virtù e alla lettura della Bibbia. Tra le sue commedie, derivate da Terenzio e dai francesi (Corneille, Molière), si ricordano Il marito affettuoso (The tender husband, 1705) e Gli amanti coscienziosi (The conscious lovers, 1722).Versatile e intraprendente, sensibilissimo alle nuove idee e ai nuovi gusti letterari, S. fu l’amabile e colto erede dei libertini della restaurazione, capace di conciliare l’ideale aristocratico con il moralismo e la religiosità della nuova classe borghese. Fu tra i creatori della commedia sentimentale, e pose le basi di quel giornalismo letterario, inteso a edificare divertendo, cui Addison conferì poi il prestigio della sua classica misura, ma al quale fu S. a dare un impulso originario e irripetibile di vivacità e di fantasia.