(Parigi 1812-59) scrittore polacco. La sua prima opera di rilievo fu La non-divina Commedia (1835), dramma autobiografico raffigurante il contrasto tra l’aristocrazia al tramonto e il mondo nuovo. Al problema sociale si sostituì in Irydion (1836) il problema nazionale, risolto da K. con l’esaltazione dei valori del cristianesimo. La fede in una resurrezione messianica della Polonia è presente anche in Prealba (1843). Oltre ai Salmi dell’avvenire (1845-48) e a vari studi critici (famoso quello su Slowacki), K. lasciò un interessante epistolario. Temperamento incline all’introspezione, K. riflesse nelle proprie opere una dolorante sensibilità. Fu poeta discontinuo, spesso soffocato dalla retorica, e le sue opere, considerate capolavori dai contemporanei, furono, in seguito, notevolmente ridimensionate.