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Anno edizione: 2017
Anno edizione: 2016
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Conclave, il titolo del romanzo di Robert Harris del 2016 è identico al titolo del romanzo di Roberto Pazzi del 2001. Ovviamente identica è anche la tematica papale… Conclave di Harris è un thriller atipico: cardinalizio eppure psicologico e spionistico, molto ben documentato (l’autore ha visitato i luoghi di cui parla, ha raccolto la testimonianza di un cardinale che ha partecipato a un conclave…), si muove attraverso le stanze del potere a suon dì cliffhanger (con un finale inaspettato) e citazioni bibliche (a un certo punto scambiate segretamente tra cardinali per mezzo di “pizzini”). La strada tra Casa Santa Marta e la Cappella Sistina è quella maggiormente percorsa, in un senso e nell’altro, dai cardinali chiamati a riunirsi per eleggere il nuovo successore di San Pietro. Tra fumate nere, rapporti riservati (occultati o ritirati) e macchinazioni, complotti politici e vari sospettati, estratti conto dello IOR e suore che sanno troppo, Harris ci svela trame e scenari strategici di uno dei più segreti e potenti Stati mondiali, quello Vaticano. Quello qui tratteggiato è uno Stato Vaticano dove tutti hanno dimenticato il latino (e con esso lo Spirito Santo) ma rimangono incastrati dalle tante regole dell’organizzazione da Harris perfettamente spiegate a noi umili lettori. Fa specie constatare come dei 118 cardinali partecipanti al conclave, nel mezzo dei “rappresentanti” delle nazioni del mondo, ce ne sia una moltitudine rappresentante delle sole città-stato italiane: Milano, Venezia, Genova, Bologna, Palermo, ecc. Tutto ciò a testimonianza del grande peso rivestito tutt’oggi dal Bel Paese sullo Stato Vaticano, e di come sia ancora impensabile lo spostamento della sede pontificia lontano da Roma. Non a caso gli italiani, se sono numericamente superiori, sono anche i più divisi, cosa che rende alquanto complicato eleggere un nuovo Papa italiano. Fra i cardinali elettori e al contempo fra i “papabili” candidati, spiccano: il cardinal Tedesco, patriarca di Venezia, frontleader degli inflessibili principi della Chiesa; il canadese cardinal Tremblay, in parte americano e in parte francofono, l’uomo con il piede in due scarpe, e quindi frontleader del compromesso tra conservatorismo e liberalismo; il nigeriano Joshua Adeyemi, appoggiato dagli altri africani per i suoi interventi sociali, malvisto dagli altri ecclesiastici occidentali per le sue posizioni omofobe. E poi c’è lui, l’arcivescovo Vincent Benìtez di Bagdad, cardinale eletto in pectore dal Papa morente e che non compare in alcun registro ufficiale: nella realtà se la nomina non viene confermata nel concistoro e resa pubblica allora diventa efficace (successe davvero con Giovanni Paolo II), ma nella finzione Benitez può tranquillamente esercitare il suo diritto di voto in conclave...
Sono sempre stata una grandissima fan di Robert Harris ma purtroppo Conclave mi ha deluso. Il tema è sicuramente molto intrigante ed interessante, la morte del papa, il conclave e gli intrighi in Vaticano. Purtroppo ho trovato che ci siano davvero pochi colpi di scena per un thriller. Tutto sommato penso che il libro sia un po' scontato, ma vale la pena leggerlo, almeno per il bellissimo stile utilizzato da Harris
Morto un papa se ne un altro... tra colpi di scena, uno più assurdo ed incredibile dell'altro! Anche se è solo un romanzo, questo libro ci mostra tutto ciò che accade nel Vaticano durante il periodo della cosiddetta "Sede vacante". La trama del libro, entrando nella fattispecie, ci mostra le varie tappe che vanno dalla scoperta della morte del Papa, al suo funerale ed ai primi preparativi (con messe e riti a non finire!) per il Conclave che poi dovrà eleggere il suo successore. Tutto ciò lo fa in maniera abbastanza sommaria e sbrigativa perché il vero scopo del libro è il raccontarci cosa avviene all'interno della Cappella Sistina una volta che i cardinali elettori sono chiusi dentro. Da qui in poi, la trama diventa tutto un intreccio di interessi ed ambizioni più o meno ostentate.
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