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Anno edizione: 2019
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Riflettendo su quell'atto elementare che sta alla base di tutta la filologia, il copiare, attingendo a numerosi esempi dell'ieri e dell'oggi, Canfora ha scritto pagine memorabili, dagli originali agli estratti, dai rotoli ai codici, alla Biblioteca di Fozio, senza dimenticare di attingere ad autori moderni come Borges. Un libro di filologia non convenzionale.
«A ben vedere, è il copista il vero "artefice" dei testi che sono riusciti a sopravvivere. Così fu, fino al tempo in cui la loro salvezza fu presa in carico dai tipografi. Il copista è colui che materialmente "scrive il testo". Le parole che lo compongono prima sono passate attraverso il filtro, e il vaglio, della sua testa, poi sono state messe in salvo grazie alla destrezza della mano nel tener dietro alla dettatura interiore.»
Questo del filologo e storico (ed elegante scrittore) Luciano Canfora è un libro sui libri che stimola la riflessione: quali, quanti e in che modo si sono «conservati» i testi degli scrittori antichi? E che cosa è in realtà un «originale» e che significa dire che esso sia «esistito»? In questa nuova edizione Canfora ha aggiunto un capitolo avvincente: «L'inesausta ricerca di testi antichi suscita da sempre la tentazione di creare ciò che è andato perduto, e che vorremmo resuscitare. Anche in questo campo l'attività di copia è lo strumento. Perciò nel riproporre queste pagine, abbiamo ritenuto necessario aggiungere un nuovo capitolo: "Il falsario come autore". E abbiamo scelto di parlare di uno di loro: grandissimo e temutissimo».
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In questo breve libro Luciano Canfora vuole - per una volta - fuoriuscire dall'analisi del testo e dedicare la propria attenzione alla figura spesso invisibile del copista. Eppure proprio quella figura ha permesso, silenziosa, il passaggio di tanta bellezza nel corpo dei secoli, assimilandola. Si tratta di un libro interessante, che spesso mette in discussione alcuni assiomi della filologia. Canfora non si limita ad accettare per vere tutte le leggi generali che governano questa materia, ma scende nel dettaglio e - con occhio critico - ne mette in mostra le imperfezioni. Questo libro ha il merito di rendere umana una disciplina che, purtroppo, spesso e volentieri, viene vista come asettica, proprio indagando sulle decine di persone che in silenzio l'hanno alimentata.
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