Libro bellissimo, che in ogni singolo scambio di lettera rievoca sensazione ed emozioni passate da ciascuno di noi. Kafka è riuscito a farmi amare Milena, Grossman Miriam.
In un gruppo di persone, un uomo vede una donna sconosciuta che con un gesto quasi impercettibile sembra volersi isolare dagli altri. Commosso, Yair le scrive, proponendole un rapporto profondo/aperto, libero da qualsiasi vincolo, ma esclusivamente epistolare. Più che una proposta è un'implorazione e Myriam ne resta colpita, forse sedotta. Un mondo privato si crea così fra loro, ognuno dei due offre all'altro ciò che mai avrebbe osato dare ad alcuno, e in questo processo di svelamento Yair e Myriam scoprono l'importanza dell'immaginazione nei rapporti umani e la sensualità che si nasconde nelle parole. Finché Yair si rende conto che le lettere di quella donna stanno aprendo un varco dentro di lui, gli chiedono con imperiosa delicatezza una svolta nella sua vita interiore. Il risultato è un romanzo avvolgente e "impudico" che ci mostra quanta strada bisogna percorrere per vincere la paura e arrivare a toccare liberamente, con pienezza, l'anima (e il corpo) di un altro essere umano.
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Traduzione di Alessandra Shomroni. Milano, Mondadori ed. 2008,cm.12,5x19,5, pp.330, brossura copertina figurata. Collana Oscar Contemporanea.
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Anno edizione:2017
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Stefano Polidoro 12 aprile 2020
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Il titolo della recensione credo sia il commento più adatto a questo libro. È un romanzo che, come descritto nella trama, corrisponde ad uno scambio di lettere. Chiaramente non ci si può aspettare una trama fitta di eventi, ma penso che a livello emotivo sia uno dei libri migliori che io abbia mai letto. Delle volte quando Yair parla a Myriam, sento parli a me. Mi sento capita. Dico che è sublime perchè ogni emozione è presentata con una tale forza, da farci entrare contemporaneamente nella stanza in cui Yair scrive, ma anche nella sua mente quando ricorda il passato.
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Flavia Piancazzo 03 dicembre 2017
Ho letto questo libro due volte a distanza di cinque anni. La prima volta lo avevo lasciato incompleto, mi aveva annoiata, non lo avevo capito. La seconda volta mia ha rapita, mi ha fatta venire la pelle d'oca, "mi ha capita". La verità è che a distanza di cinque anni la maturità con cui l'ho letto era diversa. Si, perché "Che tu sia per me il coltello" non lo si può leggere prima di andare a dormire o sotto l'ombrellone; deve scavarti l'anima; la donna che è in te deve odiare Yair sperando però di trovarlo fuori dalla porta con un bouquet di lettere in mano; devi trovare un modo per leggerlo...e la prima volta (che ingenua!) non lo avevo capito. "Leggere è il fatto che le parole sono per me il coltello con cui frugo dentro me stesso".
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