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Anno edizione: 2019
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Ho aspettato parecchio tempo (troppo) dopo la lettura prima di scrivere questa recensione, perché temevo che la mia conoscenza personale dell’Autore mi inducesse naturalmente ad un giudizio troppo benevolo; devo dire invece che anche dopo alcune riflessioni critiche la mia valutazione del libro è rimasta molto positiva. Di primo acchito il testo stupisce non poco, perché ricco di caratteristiche non facilmente ritrovabili in un’opera prima. Innanzitutto la costruzione è addirittura geniale: i capitoli molto corti con i continui flashback caotici, e apparentemente casuali, rendono in maniera perfetta il percorso del protagonista, il “defrag”, un mettere ordine in sé stesso che passa attraverso i numerosi ricordi in modo intrigante per il lettore, che è spesso costretto alla ricostruzione temporale grazie a piccoli “indizi” (brani musicali, oggetti vari, ecc.) lasciati qua e là che consentono di individuare i periodi in cui accadono i fatti. E la città (Torino) in cui si svolgono gli avvenimenti, con la scelta (a mio avviso non casuale) dei suoi luoghi, gioca un ruolo non certo secondario per un’efficace immedesimazione con gli stati d’animo descritti (almeno per chi conosce la città!). E poi convince la scrittura, con un linguaggio volutamente un po’ crudo ma adeguato alle situazione, pur con qualche inevitabile ingenuità: scrittura fortemente inserita nel contesto generazionale del protagonista (i trenta-trentacinquenni) di cui illustra bene la situazione particolare nella quale elementi di confusione di valori, quasi di alienazione, rischiano di diventare discriminanti nell’inserimento sociale. Non è facile per chi appartiene alle generazioni precedenti affrontare questa lettura e comprenderla fino in fondo, ma è sicuramente interessante e toccante. In questi anni mi è capitato di leggere diversi romanzi di autori esordienti (avendo partecipato alla giuria di un premio letterario), ma raramente ho colto costruzioni così articolate ed originali, forse perché evidentemente il tema è molto sentito e vicino all’autore. Ma il difficile per lo scrittore Maurizio Capuano arriva adesso: per continuare dovrà superare i limiti, letterari e stilistici, che si è posto lui stesso nella scrittura di questo libro; le capacità sembrano esserci, sta a lui svilupparle.
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