Delitto e castigo

Raskòl’nikov è un giovane ex studente che attraversa un periodo di profonda crisi interiore: ha lasciato l’ università per problemi economici ma si rifiuta di lavorare, si è isolato dal reso del mondo e nella sua mente trovano posto strane idee. Per cercare di riscattarsi in qualche modo uccide e deruba un’ anziana usuraia, mettendo in pratica una sua teoria in base alla quale una mente superiore ha il diritto di commettere un delitto; anzi, neanche di delitto si può parlare quando la vittima è solo un pidocchio come in questo caso. Dopo l’ omicidio per lui ci sarà un lungo periodo pieno di deliri e tormenti che lo porterà a cercare da sé il giusto castigo. Con un linguaggio semplice e uno stile unico l’ autore offre un’ analisi dettagliata della psiche umana, soprattutto del protagonista facendo entrare il lettore nella mente dell’ assassino. Ottima la descrizione precisa e minuziosa dei personaggi, tra cui spiccano Sonja e Razumichin, le figure maggiormente positive della storia, e anche quella della città di Pietroburgo, di cui Dostoevskij ci offre un’ immagine vitale e affascinante, e ne fotografa le diverse classi sociali dell’ epoca e le varie categorie di pensiero. Un romanzo completo, un mix di giallo, psicologia, ironia e denuncia sociale che si legge con grande interesse anche se in alcuni tratti appare un po’ troppo cupo e nichilista e che non può mancare nella biblioteca di chi ama la letteratura.

Se si è amanti della letteratura non si può non leggere Delitto e Castigo, come qualsiasi altra opera dell'autore. C'è tutto in questo romanzo, amore, odio, amicizia, decadenza, pietà, religione e molto altro. Dostoevskij era un genio.