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Gabriele D'Annunzio e Mario Buccellati. «Vorrei un gioiello strano». Carteggio 1922-1937. Vol. 8 - Gabriele D'Annunzio,Mario Buccellati - copertina
Gabriele D'Annunzio e Mario Buccellati. «Vorrei un gioiello strano». Carteggio 1922-1937. Vol. 8 - Gabriele D'Annunzio,Mario Buccellati - copertina
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Gabriele D'Annunzio e Mario Buccellati. «Vorrei un gioiello strano». Carteggio 1922-1937. Vol. 8
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Gabriele D'Annunzio e Mario Buccellati. «Vorrei un gioiello strano». Carteggio 1922-1937. Vol. 8 - Gabriele D'Annunzio,Mario Buccellati - copertina
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Descrizione


Il carteggio tra Gabriele d'Annunzio e Mario Buccellati, ha un titolo molto efficace: "Vorrei un gioiello strano". La citazione dannunziana ben riassume il rapporto di Gabriele con l'arte orafa e con "Mastro Paragon Coppella", il suo orafo: l'oggetto prezioso realizzato da Buccellati doveva essere sempre e necessariamente "strano" perché metafora della sua arte.
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Dettagli

2016
28 aprile 2016
196 p., ill. , Brossura
9788836633616

Conosci l'autore

Gabriele D'Annunzio

(Pescara 1863 - Gardone Riviera, Brescia, 1938) scrittore italiano. La vita e le opere Debuttò giovanissimo con la raccolta di versi Primo vere (1879), cui seguì nel 1882 Canto novo, nel quale è evidente l’imitazione di G. Carducci temperata da una già personale vena sensuale e naturalistica. A Roma, dove iniziò (ma non concluse) gli studi alla facoltà di lettere, D’A. visse all’insegna della mondanità e dell’estetismo, sempre alla ricerca di nuove sensazioni in nome di un compiaciuto erotismo al quale sarebbe rimasto fedele sino alla fine con ossessive varianti. Dal decadentismo europeo assimilava, intanto, ideali di sensibilità e di raffinatezza e il gusto del tecnicismo formale: nacquero così, accanto...

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