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Il romanzo di Tomasi (1958) gode di uno stabile riconoscimento internazionale. Nel 150° gli sono stati dedicati convegni internazionali. Attualmente la versione restaurata del film di Visconti (1963) è in tournée in Inghilterra. Le analisi degli studiosi del Seminario di Teoria della Narrazione non pongono però alcun problema di “fedeltà” fra romanzo e film. Il legame indimenticabile con i volti di Lancaster, Cardinale, Delon, Morlacchi, Stoppa e Reggiani fa parte dell’immaginario. Alle soglie del 150° anniversario, il romanzo appare tutto fuorché una celebrazione dell’Unità italiana. Il film appartiene alla “rilettura critica del Risorgimento” operata da Visconti. Contro il luogo comune del romanzo storico o antistorico o, peggio, sul trasformismo italiano, l’idea-base è che esso pone due fondamentali questioni “metafisiche”: che cosa significa un mutamento storico? Che cos’è il tempo storico?
L’arco dei temi è vasto: l’umorismo e l’ironia (Messina), la “sensualità” del tempo (Capodaglio), la tessitura retorica (Petricca), gli assi metaforici (Mazzini), il senso della morte in una prospettiva comparata (Di Prima) e filosofica (Lo Marco), lo spazio mitico (Lista), il tema delle “rovine” (Pirazzoli), il senso della fine (T. Panzavolta), la concezione della storia (Peratoni), la rivoluzione incompiuta (Gaudenzi), l'”assente” della storia (C. Panzavolta), la ricezione del film in Germania (Zanichelli) e del romanzo in Francia (Fiorini)
e Inghilterra (Santini). Il Gattopardo è un grande romanzo sulle dimensioni del tempo. Il film l’ha consegnato al mito.
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